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sabato 9 luglio 2016

Breve estratto dalla Trilogia di Piazza d'Armi

Introduzione all'appendice alla Trilogia


Erma di Paolo

"IL MOTIVO DI QUESTA APPENDICE

Ho finito la mia trilogia! Sono finalmente pronto a pubblicarla, soddisfatto ma stanco mi corico e immediatamente sprofondo in un meritato sonno ristoratore.

Sono uscito a passeggiare con il mio cane Iunta. Attraverso corso Montelungo e arrivo alla mia amata area verde che oggi è avvolta in una fitta nebbia che mi circonda con folate misteriose.

Il parco è apparentemente deserto.

Ma varcato l’ingresso mi appare, subito sulla destra, una statua. È un erma che non avevo mai notato.

Sul supporto di pietra, a sezione rettangolare, all’altezza del mio viso sorge la marmorea testa del mio amico Paolo, che mi guarda severamente, con occhi aperti.
Il capo, nel colore bianco tipico della pietra di Carrara, è vivo, si muove con aria di rimprovero. Il volto del mio amico è aggrottato in un severo cipiglio. Noto appena che la sua barba , diversamente dal solito, è riccioluta e si estende increspata fino alle orecchie. La bocca si apre solennemente e la statua vivente pronuncia severe parole:

“Incauto! Non solo hai osato scrivere una trilogia, ma la pubblicheresti senza il dramma satiresco che deve completarla, trasformandola in una tetralogia, con una finale catarsi[1]…”

La nebbia comincia a turbinare, la statua scompare e io cado a terra svenuto.
Mi sveglio con un soprassalto dal sogno, rendendomi conto che l’erma che in sogno ho identificato con Paolo altro non era che quella di Eschilo che fa bella mostra di sé ai musei capitolini in Roma.

Erma di Eschilo, Musei Capitolini









[1] Tetralogia insieme di 4 drammi, cioè 3 tragedie (trilogia) e un dramma satiresco, che nell’antica Grecia, durante il 5° sec. a.C., ogni poeta doveva presentare all’agone delle feste dionisiache. Scopo del dramma satiresco era stemperare gli animi commossi dalla tragedia e rasserenare l’uditorio prima del congedo finale."

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