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venerdì 31 luglio 2015

Cara, cosa ci hai preparato per cena?

Vi informo con piacere che il mio libro inedito (e tale dovrà rimanere fino alla fine del concorso) "Cara, cosa ci hai preparato per cena?" è entrato a far parte dei finalisti di quest'anno del concorso letterario  Giovane Holden.

Lista finalisti: http://www.premiogiovaneholden.it/
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Sono stati proclamati, come da bando di concorso, i finalisti della IX edizione del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden che ha fatto registrare circa 1500 partecipanti provenienti da tutta Europa.

Il primo classificato di ogni sezione inedita (“A” romanzo, “B” racconto, “C” poesia) riceverà in premio una targa personalizzata e una pubblicazione ad personam dell’opera vincitrice di ogni sezione (in particolare per la sezione B una raccolta e per la sezione C una silloge) in una delle collane della casa editrice Giovane Holden Edizioni, con regolare contratto di edizione, entro il 31/12/2016; il secondo classificato di ogni sezione inedita riceverà in premio un’opera artigianale in legno proveniente da foreste certificate, interamente realizzata a mano, unico esemplare, a tema Libri-Giovane Holden e una fornitura di cinque libri; il terzo classificato di ogni sezione inedita riceverà in premio una coppa personalizzata; il segnalato e/o premio speciale di ogni sezione inedita riceverà in premio una pergamena personalizzata.
Il primo classificato di ogni sezione edita (“D” romanzo, “E” poesia) riceverà in premio una targa personalizzata e soggiorno di un week-end (due giorni, una notte) a Viareggio (Lu) c/o Hotel Esplanade per due persone nel 2016 in periodo da determinare di concerto con il vincitore; il secondo classificato di ogni sezione edita riceverà in premio un’opera artigianale in legno proveniente da foreste certificate, interamente realizzata a mano, unico esemplare, a tema Libri-Giovane Holden e una fornitura di cinque libri; il terzo classificato di ogni sezione edita riceverà in premio una coppa personalizzata; il segnalato e/o premio speciale di ogni sezione edita riceverà in premio una pergamena personalizzata.
A tutti i finalisti sarà consegnato un attestato di merito, ai vincitori di sezione una targa personalizzata.

I nomi dei vincitori verranno comunicati esclusivamente nel corso della cerimonia di premiazione. La mancata partecipazione alla stessa farà decadere dal diritto di accedere al premio vinto.
La cerimonia di premiazione si svolgerà sabato 26 settembre a partire dalle ore 16:00 nella Sala Ademollo della Provincia di Lucca (Palazzo Ducale – Cortile Carrara n.1) organizzata in collaborazione con l’Agenzia Letteraria I soliti Ignoti e con il Patrocinio della Provincia di Lucca. 

giovedì 16 luglio 2015

E' disponibile "Pallide Viole" in edizione cartacea

Ora è disponibile anche in forma cartacea la raccolta di poesie di mio Nonno: Pallide Viole"
Vedi:  http://www.amazon.it/dp/1515031942/
Ne riporto una delle ultime:

Al Sole!

O Elios benedetto; non c'è al mondo
cosa più bella e giusta, dopo Dio,
che il tuo divino raggio sfolgorante
che getta a fasci la tua luce viva
su questa terra che ti aspetta, come
t'aspetta il moribondo in sul mattino.
Tu solo, o Sol, col chiaro tuo calore,
rendi più lieta la vita ai mortali.
Tu sol sei giusto perché tutto irradi:
e il tugurio del povero e la vasta
magion del ricco e il prigionier che langue,
senza conforto nel carcere duro,
e infine al verme, che non muore mai[1]
e come te vivrà in eterno! O Sole
che per tutti risorgi dal creato,
tu solo basti a provar l'esistenza
della Persona che governa il mondo.
"O bell'Astro maggior della natura"
come già t'appellò nel verso irato
il fiero e scarno Fiorentin loquace!
O bel Sole di Roma! O Sole atteso
dal piccolo mortale, dal fil d'erba
e dall'aulente e profumata rosa.
Salve o divino, che col tuo splendore
rendi meno penosa al grave infermo
la sua agonia che lentamente scende.
Oh, trasportami, o Sol, qual fresca e pura
rugiada, ne gli altissimi recessi
dell'infinito tuo, chiaro e sereno.
"O Frate sole"! ti cantava un giorno
di Cristo il poverello, "sia laudato
lo tuo Creatore e lo tuo Bon Signore".
Salve a te dunque, o indispensabil Sole!
O Sole necessario più del pane
o sole della vita e della gloria!

Lavagna, 1 Giugno 1944




[1] Il verme non morrà. (A. Boito)

martedì 14 luglio 2015

Autobiografia di Iunta

Sto trascrivendo la autobiografia di Iunta, che me la sta dettando. Non so però se la completerò, perché a volte lei è stanca e non ha tanta voglia di continuare a raccontarmi.  Ecco l'inizio:

Il nulla.
Poi pian piano qualcosa emerge da un mondo indistinto.
Un universo di odori caldi, inebrianti, vivi.
Odore di pelo caldo e umido, sentore di qualcosa di promettente e gustoso.
Il nuovo io prende coscienza e striscia verso la fonte del piacere. Il percorso è difficile, anche se, in qualche modo, gradevole. Corpi pelosi e caldi ostacolano il suo avanzare, ma la sua insistenza è infine appagata: stringe tra le labbra un'appendice carnosa, da cui succhia un liquido gustoso e inebriante. Senza rendersene conto ripiomba dolcemente in un oblio sognante.
Così è cominciato il miracolo di una nuova vita...
Passano pochi giorni trascorsi tra il dolce sognare e il delizioso succhiare. Impara anche a fare le sue funzioni corporali, stimolata dalle accorte leccate della mamma, che dolcemente le risvegliano i relativi organi..
Poi scopre che non esiste solo l' olfatto: apre a poco a poco gli occhi e le si stappano le orecchie.
Vede con immenso piacere la massa bruna e rassicurante della sua Mamma. Vede gli esseri pelosetti e  graziosi che le contendono le amate tette. Ode i mugolii dei fratelli e delle sorelle. Prende coscienza del suo io, non solo fatto di labbra desiderose di succhiare e di odori, ma del suo corpo, delle sue zampe, della sua coda.
Presto comincia a giocare con i pelosetti suoi simili, con affettuose zampate e morsicchiate sulle estremità triangolari che sporgono dalla protuberanza di quei corpicini. In bocca le spunta qualcosa di appuntito che le rende più piacevole mordicchiare. I suoi simili però ogni tanto protestano e la mamma interviene a nasate a frenare il suo entusiasmo.
...........
Mi sveglio e ho subito una strana sensazione, come di vuoto e di paura. Cosa sta succedendo? La Mamma non c'è. Vedo i miei fratelli e le mie sorelle arrotolati su se stessi, stretti gli uni contro gli altri, ancora addormentati, ma la rassicurante massa bruna, fonte di vita e di piacere non c'è. Ho un attimo di panico, ma ecco! Lei arriva trotterellando veloce, con qualcosa che emana un piacevole odore, in bocca.
Lo posa vicino al suo giaciglio e ci controlla con uno sguardo veloce. Poi si china su quanto ha portato. Io mi avvicino curiosa, attirata dal profumo sconosciuto, ma inebriante, che emana da quel qualcosa.
È un corpo allungato, con frammenti attaccati a qualcosa di più duro, con una serie di sottili oggetti appuntiti che si dipartono da una specie di bastone centrale. Vorrei provare a toccare con la mia bocca per capirne di più, ma la Mamma me lo impedisce con una serie di nasate imperiose. Io mi arresto timorosa e osservo il lavoro di Lei: con piccoli morsi stacca i pezzetti che sembrano più morbidi, separandoli dal corpo duro centrale con le tante protuberanze sottili e appuntite. Poi prende in bocca, con attenzione, quest'ultimo pezzo e lo sputa più lontano, controllando con occhiatacce che mi lancia, che io non mi muova.
Ritorna e questa volta mi spinge con dolcezza verso il mucchietto odoroso. Ne prende un pezzetto in bocca e me lo porge. Rassicurata mi avvicino, lo annuso con piacere e lo metto in bocca. È morbido, ma ha una certa consistenza: è un piacere mordicchiarlo ed inghiottito gustandone il delizioso sapore. Così diverso dal liquido che esce dalle amate tette, ma così buono! Mi avvicino per prenderne un altro pezzo, ma la Mamma questa volta mi respinge: si sta avvicinando il resto della cucciolata, che nel frattempo si è svegliata e Lei controlla che tutti ne abbiano una parte.
........
Stiracchiandomi apro gli occhi e vedo che anche questa volta Lei non c'è, ma questa volta non mi preoccupo, so che tornerà con qualcosa di buono per noi. Ma ecco che vedo avvicinarsi due figure strane: sono altissimi e camminano su due zampe! Il primo istinto è di paura, ma anche di curiosità. Mi rassicura il fatto che anche i miei fratelli sono svegli e controllano cosa succede. Ma i due si avvicinano molto lentamente, emettendo strani suoni che sembrano rassicuranti. Uno dei due si avvicina, si china e protende con dolcezza quella che sembra una zampa, ma che stranamente non usa per camminare, verso di me, strisciando la sua strana "zampa" sul mio pelo. La sensazione è piacevole.
Ma ecco che arriva di corsa la Mamma, che abbaiando, allontana i due, che indietreggiano rispettosamente, limitandosi a guardarci da lontano.
......
Ho cominciato a fare qualche piccolo giro attorno alla nostra cuccia. Riesco a fare un po' di passi, prima che Lei venga a riprendermi, afferrandomi dolcemente per la collottola tra i denti e riportandomi alla base. Ma appena posso, testardamente ci riprovo: il mondo è così interessante.
In una di queste esplorazioni ho scoperto un essere simile alla Mamma, a quattro zampe come lei, un po' più alto nero, ma invece delle buone tette, sotto la pancia, vicino alle zampe posteriori, aveva una buffa protuberanza. Mi guardava con curiosità, ma senza avvicinarsi troppo, e infatti dopo un po', al solito è arrivata la Mamma ad allontanarlo abbaiando, riportandomi indietro ancora una volta.
In un'altra occasione sono riuscita a girare dietro un angolo e, con sorpresa, ho scorto tanti di quegli alti bipedi: però non erano eretti sulle due zampe posteriori, ma seduti a gruppi su vari oggetti, costituiti ciascuno da una superficie piana sorretta da quattro specie di bastoni verticali. Comunque non c'era alcun dubbio su cosa stavano facendo: stavano mangiando! Il profumo di quanto stavano portando alla bocca, usando strani attrezzi che impugnavano con le zampe anteriori era inequivocabile: era simile a quello delle buone cose che la Mamma ci porta ogni tanto dopo i suoi girovagare.
Ingolosita mi sono avvicinata, ma un bipede grande e grosso, che stava distribuendo agli altri le buone cose da mangiare, mi è corso dietro gridando. Spaventatissima, senza aspettare la Mamma, sono tornata alla mia base.
.........
Qualcosa  sta cambiando. Lei si allontana sempre  più spesso, e non viene più a riprenderci di corsa appena io o i miei fratelli ci allontanano dalla base.
In compenso una volta che  l'ho seguita mi ha fatto vedere come si procura le cose buone che ci porta: dietro il posto dove mangiano i bipedi ci sono alcuni recipienti alti, pieni di cose che emanano un profumo stuzzichevole. Lei, alzandosi.sulle zampe posteriori, riesce ad afferrare qualcosa tra i denti e tirarlo fuori. Purtroppo i recipienti sono troppo alti per me, e io non ci arrivo, ma ho scoperto che a volte trovo cose buone anche a terra, cadute da questi contenitori. Ci passo intorno spesso, nella speranza di racimolare qualcosa. Una volta ho visto un altro quattro zampe, molto più grosso di mia madre, che ne  rovesciato uno, servendosi comodamente del contenuto fuoriuscito.Quando si è allontanato soddisfatto, mi sono avvicinata io e ho ancora trovato qualcosa di interessante.
Torno spesso anche dove i bipedi seduti mangiano. Mi sono accorta che lo fanno solo in certi orari, a metà giornata e la sera. Ho imparato ad avvicinarmi in silenzio,senza farmi notare da quello grande e grosso che mi ha cacciato la prima volta. Ho capito che se sto seduta, quatta, quatta, guardando i bipedi in silenzio, con aria affamata, qualcosa mi arriva quasi sempre.
........
La Mamma sta lontano da noi sempre più a lungo, ma con i miei fratelli e sorelle giochiamo sempre dii più, saltandoci addosso, mordicchiandoci e rincorrendoci. È il modo in cui passiamo la.maggior parte del tempo, quando non dormiamo o cerchiamo qualcosa da mangiare.
Le visite di bipedi alla nostra cuccia sono diventate più frequenti, ora che Lei non ci controlla più tanto.
Spesso sollevano uno di noi, amorevolmente, facendoci coccole e dandoci qualche pezzettino buono da mangiare. Oppure ci fanno giocare, facendoci mordicchiare qualche bastoncino. Sembrano buoni e sembrano volerci bene. Io li guardo con occhi desiderosi  di affetto e quando faccio così mi prendono subito in braccio.


lunedì 13 luglio 2015

Ho pubblicato "Pallide Viole" di mio Nonno

Disponibile su Amazon la raccolta di poesie "Pallide Viole" del nonno Romolo Ferrantini  in forma elettronica. A breve sarà disponibile anche la versione cartacea.

Prefazione del nipote Pier Giorgio
È con enorme emozione che ho scoperto, letto e trascritto "Pallide viole", raccolta manoscritta di mio nonno Romolo Ferrantini, che nel 1944 mise insieme una serie di sue poesie, scritte a partire dal 1906.
Al di là dell'affetto e nostalgia per il nonno, il libro ha, a mio giudizio, un notevole valore poetico ed è un'inestimabile testimonianza storica.
Le poesie hanno carattere e valore diverso. Alcune sono appena abbozzate e non sono state ben rifinite, altre sono comunque dei gioiellini.
Avrei potuto decidere di pubblicarne un'antologia, scegliendo le poesie, secondo me, più belle e significative, che sono numerose e affascinanti, ma con questa scelta avrei fatto un torto a Nonno e avrei recato un danno al lettore.
Infatti, al di là del valore delle singole poesie, il libro ha il suo fascino perché ricostruisce la vita di un italiano dal 1906 al 1944. Le poesie, trascritte dall'autore volutamente senza modifiche rispetto alla stesura originale, sono il ritratto di un uomo che attraversa un periodo storico con emozione, dai suoi slanci romantici e amorosi giovanili, alla profonda passione di giovane socialista fiducioso nella possibilità di costruire un mondo nuovo, alla satira sui politici corrotti e disonesti (ahimè quanto attuale). Si attraversa poi la tragica esperienza di due guerre mondiali, la perdita dei cari, le difficoltà economiche, le disillusioni dell'età matura, senza però che l'autore perda mai il senso di una profonda coscienza umana.
Raccomando quindi la lettura del libro a chiunque ami la poesia, ma anche a chi vuole percorrere, come ho fatto io, trentotto anni della vita di un uomo, attraverso l'evolversi delle sue rime in un contesto storico così difficile. Credo anche che questa lettura possa portarci delle riflessioni e dei suggerimenti, se guardiamo la situazione del mondo attuale, e pensiamo quanto poco insegnamento traiamo molto spesso dalla storia passata.
Anch'io ho ritrascritto il libro senza alcuna modifica (salvo la correzione di qualche piccolo evidente errore ortografico, dovuto probabilmente alla ricopiatura nel '44 del testo iniziale). Ho mantenuto la sequenza originale delle poesie (generalmente, ma non sempre rigorosamente cronologica), incrementate qua e là da poche riflessioni aggiunte dall'autore nel 1944, in occasione della fase della sua trascrizione, che ho cercato di evidenziare con un diverso carattere grafico, per meglio distinguerle dal testo restante.

Concludo dicendo che chi leggerà il libro e lo apprezzerà potrebbe completare questo percorso leggendo il poemetto "Una delle tante favole del nonno" scritto nel 1954 e quindi dieci anni dopo "Pallide viole", quando il Nonno aveva settanta anni, per celebrare il mio ottavo compleanno. È un fantasioso poemetto a me dedicato, che però, anche con l'introduzione e i commenti conclusivi che lo corredano, contribuisce a completare la figura di Romolo Ferrantini.