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lunedì 17 ottobre 2016

Timbuktu, capitolo aggiunto all"Autobiografia di un quattrozampe" nel Settembre 2016

            Settembre 2016

Le sembra di uscire da un lungo sonno.
Ma dove si trova?
Avverte un senso di benessere e serenità che da tempo aveva dimenticato. Stesa comodamente su di una sabbia fine ed accogliente si lascia cullare dalla sensazione del piacevole risveglio, circondata da una leggera nebbia che roteando pian piano si dissolve.
Ed ecco la scena ora è chiara: è sdraiata su di una bella spiaggia dorata. Da un lato la spiaggia è lambita da un fiume o da un lago. Le sfumature tendenti al verde delle acque trasparenti le fanno pensare a un corso d'acqua dolce, piuttosto che al mare.
Dal lato opposto, dopo un certo spazio, inizia un bel prato costellato di alti alberi con foglie dai colori tendenti a sfumature rosse e gialle, che le ricordano stranamente la sua amata Piazza d'Armi nello splendore dei colori autunnali.
Sorpresa Iunta si alza di scatto sulle quattro zampe guardandosi intorno incuriosita, chiedendosi dove mai sia arrivata. Ma è presa da un'incontenibile senso di euforia. Come faceva da giovane si mette all'improvviso a correre all'impazzata sull'arenile percorrendo traiettorie circolari sempre più veloci.
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Finalmente, dato pieno sfogo all'improvviso impulso, mi fermo e penso:
Ma da dove mi è venuto questo improvviso entusiasmo? Finalmente mi rendo conto che qualcosa è cambiato: mi sento in perfetta forma, i polpastrelli che tanto mi avevano tormentata ultimamente, non mi danno più alcun fastidio. Il noioso senso di prurito diffuso è scomparso, come il doloroso gonfiore ad un occhio. Mi sembra di essere ringiovanita di colpo.
Dal prato un magnifico Schnauzer gigante si dirige con passo maestoso ma festevole verso di me
No! Non è possibile! È proprio Rolph, il mio idolo di quando era cucciola, da tempo scomparso. Incede nella mia direzione. È bellissimo nel suo lucido colore nero. Forse è solo una mia impressione dovuta all’emozione del momento, ma sembra quasi essere semitrasparente ed emanare una brillante luce propria.
Rolph mi si avvicina scodinzolando, dicendo: "Benvenuta a Timbuktu[1], Iunta!"
"Rolph, ma sei proprio tu?" rispondo automaticamente felice.
Poi mi rendo conto che sia Rolph che io abbiamo "parlato".
"Ma...parliamo?" chiedo titubante.
"Si certo, qui parliamo tutti" replica tranquillamente il mio amico.
Presa da un improvviso dubbio provo a lanciare una serie di abbai di gioia e sollevata mi rendo conto di esserne ancora capace, provocando un sorriso divertito al mio interlocutore.
Ma ecco che Rolph lancia un ululato di richiamo e un potente fischio (è capace anche di questo). Dopo qualche momento, come per miracolo, pian piano dagli alberi spunta in successione una serie di cani.
Io, felice e commossa riconosco una serie di amici: Cleopatra, la maestosa mastina napoletana, che da giovane  avevo sempre considerata capobranco con Rolph, Penelope, lupoide compagna di tanti giri insieme in Piazza d'Armi, Dolly pastora tedesca, una delle mie più care amiche, la bionda Golden retriever  Kelly, il "macho" Tom, mastino americano, che ora, contrariamente al suo solito sembra andare d'accordo con tutti, il massiccio corso Ike, e tanti, tanti altri, fino alle carissime Luna e Faloo, compagne inseparabili un tempo della mia cara zia Elena.
Tutti sfilano davanti a me, manifestando con saluti, abbai, grugniti di gioia o strofinate di naso il loro caloroso benvenuto. Sono tutti in perfetta forma, nella loro migliore età. Non posso che sorprendermi nel vedere la bellezza tipica del fiore degli anni, di chi avevo conosciuto solo  quando aveva già un'età avanzata, come Faloo.
Poi tutti cominciano a vociare ed abbaiare all'unisono, creando una gran confusione.
Finalmente capisco che stanno proponendo di fare un pic nic sulla spiaggia per completare i festeggiamenti.
"Ma come facciamo? Non vedo nulla da mangiare e nessuno che cucini." chiedo io, un po' preoccupata.
"Tranquilla" rispondono in molti, sorridendo divertiti. E assumono un'aria concentrata. Dopo un attimo compare davanti a loro ogni ben di Dio. A chi appare un cosciotto di pollo fumante, a chi un grappolo di würstel, ad altri una bella bistecca e ognuno comincia ad assaporare con gusto la sua porzione.
Rolph vedendomi sbigottita mi spiega: "Sai qui basta concentrarsi e pensare intensamente a qualcosa  di buono, per farlo apparire realmente davanti a te. Prova!
Io mi impegno a pensare a una bella e profumata porzione di baccalà alla vicentina (di cui ogni tanto mi allungavano qualche pezzetto) e questa compare! L'assaggio senza esitazione e non mi sorprende il fatto che sia squisita.
Cleo si accorge che ho sete e batte con aria esperta una zampa su di un sasso della spiaggia, facendone sgorgare uno zampillo di acqua fresca e dissetante che bevo con voluttà.
Il sole appare al tramonto e riflessi rosati rendono ancora più incantevole la sabbia dorata. Pian piano la luce comincia ad affievolirsi e io, stanca per tutte le nuove emozioni, mi allungo sdraiata sulla spiaggia, contenta e sazia ma un profondo senso di malinconia comincia a mescolarsi alle mie altre sensazioni felici del momento, sensazione forse indotta anche dalla particolare luce crepuscolare. Mi assale il desiderio di vedere i miei padroni, far loro le feste, sentirli vicini a me.
Faloo sembra leggermi nel pensiero, mi si accosta e mi sussurra con voce tenera e rassicurante: "Non temere: i nostri padroni ci raggiungeranno un giorno, come è già successo a tanti miei amici. E poi c'è  sempre la...televisione.
Mi sento rassicurata, ma prima che io possa replicare chiedendo cosa c'entri la televisione in tutto questo, siamo interrotte dall'avvicinarsi di un'altra cagnetta dall'aria dolce, che non avevo notato prima. In qualche modo mi assomiglia anche se ha un colore biondo-marroncino. Non mi sembra di conoscerla, ma mi risulta molto simpatica.
Mi dice: " Scusa, tu sei Iunta, vero?"
"Sì certo, ma ci conosciamo?"
"Tu non mi conosci, ma io sì. Sono Birba, la cagnetta dei tuoi cari amici Ninni e Adriana, e ti ho visto spesso in televisione."
L'idea di conoscere finalmente Birba, che avevo spesso sentito nominare dai suoi padroni mi riempe di gioia, ma poi penso:
e dagliela con la televisione, qui sono tutti fissati con questa idea?
Rispondo sorpresa, ma con dolcezza e il garbo che mi ispira comunque il suo atteggiamento affettuoso:
"Ma io non credo di essere mai apparsa in televisione!"
Birba e Faloo appaiono divertite dalla mia affermazione. Birba replica:
" Per televisione qui non intendiamo quello che pensi tu! Seguimi a casa mia e ti spiegherò meglio."
Visto che intanto si è fatto buio saluto tutti, ringraziandoli per la graditissima accoglienza e mi avvio verso gli alberi seguendo la mia nuova amica Birba. Arriviamo presto a una graziosa piccola casetta di legno, dove entriamo, spingendo una porticina oscillante. L'ambiente è piccolo ma simpatico ed accogliente, con un divano, un tappeto messo sopra un pavimento in parquet, un paio di accoglienti brandine per cani e un angolino con pavimento in cotto, dove spicca una bella ciotola d'acqua che attira subito la mia attenzione: il baccalà era buonissimo ma un po' salato, come del resto lo avevo desiderato, e ora ho una gran sete. Birba se ne accorge e mi fa un cenno di accostarmi alla ciotola.
Bevo con piacere a sazietà e non mi stupisco (dopo le precedenti esperienze) notando che il livello d'acqua resta invariato per quanto beva.
Poi imito Birba, sedendomi sul tappeto posto davanti al divano, rivolte entrambe verso un bel caminetto.
Birba assume un atteggiamento concentrato, simile a quello assunto prima da tutti per richiedere il cibo desiderato.
Nello spazio vuoto del caminetto, spento, appaiono inizialmente dei piccoli lampi di luce intermittente e quindi lentamente si forma un'immagine tridimensionale. È una specie di ologramma che mostra le care sagome di Ninni e Adriana seduti a tavola con il cane Ugo vicino a loro. Birba, visibilmente commossa spiega:
"Vedi questa è quello che qui chiamiamo televisione. Ci permette di vedere cosa fanno i nostri cari e sentirci vicino a loro."
Poi aggiunge:
"Così ti ho visto tante volte quando eri con loro, e mangiavi i pezzetti di fagiano che ti dava Adriana o quando giocavi con Ninni in Francia. Ed ora vedo il caro Ugo. Sono così contenta che abbiano di nuovo un cane che li riempe di affetto!”
"Ma che bella casa che hai!" dico, anche per spezzare l'eccessiva emozione del momento.
La mia nuova amica replica:
"Come forse avrai già capito, qui basta desiderare un oggetto e questo si realizza. Io ho voluto questa casetta con un divano e un tappeto replica di quelli di casa mia dai miei e una cuccia per me ed una per eventuali ospiti.
Dormi da me stasera e poi domani, se vuoi, potrai organizzare la tua, con la tua televisione."
Sono stanca e accolgo volentieri l'invito e sistematami comodamente sull'accogliente cuccia e mormoro:
"Che bel posto Timbuktu!"
Birba annuisce convinta e prima di addormentarsi  serenamente mi sussurra che Timbuktu è il nome che io ho scelto, ma mi spiega che molti usano nomi diversi per questo bel luogo.
Anche il suo aspetto è percepito in modo diverso dai vari soggetti, a seconda della sensibilità di ognuno. Molti umani, che aveva conosciuto in precedenza e che ha rincontrato qui le hanno raccontato percezioni diverse: chi si immagina di passeggiare su di un delicato mare di nuvole, chi di camminare facilmente su di un calmissimo oceano, dove tutte le abitazioni sono bellissime barche ondeggianti lievemente sullo stesso.
Pian piano mi immergo in un sonno ristoratore pieno di uno strano miscuglio al tempo stesso di nostalgia del passato e felicità per il presente e per le gratificanti promesse del futuro.



[1] Timbuktu, nell’omonimo romanzo di Paul Auster è il posto dove Willy, il padrone del cane Mr Bones afferma si ritroveranno un giorno. Dopo la scomparsa di Willy Mr Bones sogna di raggiungerlo là. Vedi la copertina del libro e il testo relatvo a Timbuktu cui si è ispirato Paul Auster a seguire.
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Copertina del libro di Paul Auster citato:

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Timbuktu (composed by Karl Jannuska & lyrics by Sienna Dahlen)

There's a place
So I've been told
Where the sand
Is made of gold

And spirits roam free
While dandelions sing
The universe speaks
To you

They say the road
Is long and hot
True or faux
No matter what

We'll live out our days
The afterlife way
Together in
Timbuktu

I’m frolicking
In fantasy
Dreamers dream
Eternally

When you truly believe
That love is the seed
You'll never leave
Timbuktu

I am frolicking
In fantasy
Dreams becomes
Reality

 will see you again
Where this world ends
A new life begins in
Timbuktu.


https://karljannuska.bandcamp.com/track/timbuktu



C’è un posto
Così mi è stato detto,
Dove la sabbia
È dorata

E gli spiriti vagano liberi.
Mentre denti di leone cantano
L'universo parla
A te.

Si dice che la strada
È lunga e difficile
Vero o meno,
Non ha importanza,

Vivremo i nostri giorni
Seguendo i modi dell’aldilà
insieme in
Timbuktu.

Sto scherzando
Con la fantasia
I sognatori
Eternamente sognano

Quando crederai veramente
Che l'amore è il seme
Non lascerai mai
Timbuktu

Sto scherzando
Con la fantasia
E i sogni diventano
Realtà

Ti rivedrò.
Dove finisce questo mondo
Una nuova vita comincia a
Timbuktu.

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