Translate

martedì 3 novembre 2015

Leucosia


Alla "Sirena" Serena, mia moglie,che mi ha ammaliato 
e felicemente incantato per una vita intera.

Leucosia

«Alle Sirene giungerai da prima,
Che affascinan chiunque i lidi loro
Con la sua prora veleggiando tocca. »
(Omero. Odissea XII, 52-54.
Traduzione di Ippolito Pindemonte)

Una calda mattinata estiva. Erano solo le sei del mattino quando Mario prese lentamente coscienza del suono insistente della sveglia. Alzatosi e aperta la finestra l'aria si rivelò già calda e afosa. La camera era rinfrescata da una piacevole aria condizionata che la sera precedente aveva prudentemente regolata al minimo, ma aperte le imposte, invece di una piacevole brezza mattutina era sorprendentemente entrata una ventata di aria calda. Mario scese a fare una rapida e frugale colazione nella sala terrazza dell'hotel Sirena, incontrandosi con gli amici e compagni di avventura.
Mario, sui quarant'anni, fisico asciutto, di statura medio alta, con pizzetto nero, capelli scuri portati corti, era single.
Salutò con piacere il gruppo col quale si sarebbe immerso oggi: un amico single come lui, Carlo e due coppie, già presenti a colazione: Anna e Nando, Giuliana e Vito.
Quasi coetanei, erano stati suoi compagni di un corso di immersioni a Torino, e conseguiti i relativi brevetti, amavano ora fare spesso immersioni insieme, durante i periodi di vacanza..
Si salutarono rapidamente e, anche se ancora assonnati, si scambiarono qualche battuta scherzosa, rimirando lo splendido spettacolo del mare calmissimo che lambiva la costa del Cilento, su cui si affacciava la balconata dell'Hotel.
Terminato rapidamente il caffè e la semplice colazione preparata apposta per loro, ospiti così mattinieri, dalla gentile gestora dell'albergo, risalì come gli altri in camera, prese l'attrezzatura e un piccolo bagaglio, raggiungendo i compagni e salendo con loro su di un furgoncino, che avevano lasciato parcheggiato nel garage dell'albergo..
Carlo si mise alla guida dicendo: "Oggi faremo finalmente un'immersione al largo della punta di Licosa, luogo, secondo alcuni, delle mitiche Sirene di Ulisse. Chissà se ne incontreremo qualcuna!".
Giunti a un porticciolo, poco più a Nord, si imbarcarono, dopo aver indossato le mute, su di un gommone che un ragazzo del posto aveva già preparato per loro.
Il giovane si diresse sul punto prefissato per l'immersione e ancorò l'imbarcazione.
Indossata tutta l'attrezzatura, completa di bombole, uno a uno, si gettarono in mare di schiena.
Attraverso le mute apprezzarono comunque la piacevole frescura dell'acqua.
Il gommone era ancorato in prossimità di una parete rocciosa che sprofondava nel blu.
Raggiunsero con una breve nuotata, spinti dalle pinne, il punto stabilito per l'immersione. Pian piano, sgonfiando i giubbotti Gav (giubbotti gonfiabili per regolare l'assetto di galleggiamento), si lasciarono affondare lentamente sotto il peso dei piombi agganciati in cintura.
Intravidero presto la meta della loro immersione: una specie di scala naturale, creata dal mare a circa trenta metri di profondità che man mano scompariva negli abissi, fin dove giungeva lo sguardo. 
Superato un branco di piccole e numerosissime castagnole che pullulavano, quasi in superficie, scorsero alcuni saraghi e, scendendo ulteriormente, sagome di dimensioni maggiori: ricciole, dentici e cernie
Raggiunsero presto una zona dove le rocce erano ricoperte da coralli, e poco più sotto, una tettoia pietrosa, decorata con magnifici parazoanthus gialli e arancioni frammisti a gorgonie rosse.
L'acqua era limpidissima. La parete, sotto la sporgenza, proseguiva quasi verticale verso l'abisso più profondo. Una grossa murena sporgeva la testa minacciosamente spalancata da una fessura in un masso. Il gruppo si fermò un attimo fotografandosi a vicenda in quello spettacolo affascinante.
Avvistarono anche una grossa cernia in posizione a candela, che sembrava quasi essersi messa in posa per essere fotografata. Doveva essere un animale esperto che si era ben reso conto che quel gruppo di subacquei non era dotato di fucili ed era quindi innocuo. La sua esibizione fu ripagata da una serie di scatti fotografici da parte di tutto il gruppo. Ormai erano poco oltre i trenta metri di profondità.
Mario ebbe l'impressione di vedere un grosso dentice e, dimentico degli altri, si immerse ancora più a fondo, inseguendo l'immagine sfuggente. Il pesce si immergeva sempre più giù, con la coda argentea e lucente in movimento sinuoso ed elegante. Ma no, non era un dentice! Incredibile! Eppure… era proprio una Sirena! Bella e impossibile, ma inconfondibile con in evidenza il busto femminile elegante e affascinante. L'oscurità abissale stava quasi nascondendola alla sua vista, ma Mario la inquadrò nel potente fascio della sua torcia, mettendo in evidenza le sinuose spalle e l'affascinante petto con due seni dolci e incantevoli. Dove aveva già visto uno spettacolo così meraviglioso? Ma certo Guendalina! Amore appassionato di una notte lontana, poi misteriosamente improvvisamente scomparsa. Ma eccola lì, nuovamente e imprevedibilmente alla sua portata. Il sangue del subacqueo si infiammò in una vampata di desiderio, nell'ansia di abbracciare nuovamente Guendalina, perdendosi in un incantevole atto d'amore ancora una volta con lei. Ma una preoccupazione improvvisa attanagliò Mario: come fare all'amore con una Sirena? Dove...? Mario si riproverò subito di questi pensieri tanto carnali, di fronte ad una creatura così celestiale (o meglio, così acquatica , doveva piuttosto dire?) Gli sarebbe bastato sfiorare i suoi capelli biondi e quegli amorevoli turgidi capezzoli con uno sfuggente bacio per essere eternamente felice. Ecco come mai era sparita! Era diventata miracolosamente una divinità marina!
Con emozione attivò, con la pressione di un dito sulla maschera, l'avvio della registrazione dell'apparecchio video in essa incorporata. Che fantastica ripresa avrebbe ottenuto!
Mario, dimentico di tutto, scendeva sempre più giù, senza far caso agli allarmi del suo computer, che cercava di avvisarlo che aveva abbondantemente superato la profondità di sicurezza e i relativi tempi di immersione.
Neanche la torcia serviva più: l'incantevole Sirena emanava ora una luce propria, nitida e sempre più invitante nel buio della profondità del mare.
Ed ecco la sua dolce bocca si apriva in modo armonioso, emettendo un canto ammaliante. Come era possibile sott'acqua? Eppure il nostro sub ascoltava nettamente la incantevole voce di Guendalina che diffondeva la melodia del classico che aveva accompagnato il momento magico del loro incontro, suonando a ripetizione sul suo giradischi durante la loro indimenticabile notte di amore: "Stranger in the night"; e Mario, in preda ad una profonda nostalgia e un rinnovato desiderio infinito, si sentiva veramente uno sconosciuto che si aggirava solo e sperduto nella notte, nel buio del mare, attirato dalla luce della sua amata, come una falena dalla luce di una lampada.
Si sentiva inebriato, incapace di pensare ad altro se non al desiderio di raggiungere la dolce creatura, così vicina. Troppo preso dall'esaltazione dell'inseguimento della sua amata non si rese conto di essere ormai preda di una ebbrezza da profondità, dovuta alla quota profonda, oltretutto raggiunta troppo velocemente.
Il suo senso di esaltazione crebbe a dismisura, fino ad arrivare ad uno stato di emozione tale da provocargli un violento affanno.
All'improvviso, immerso nella sua infinita estasi, perdette i sensi.
La Sirena Leucosia (questo era il suo nome) finalmente arrestò la sua discesa, si avvicinò a Mario, lo osservò attentamente e, per esser sicura del risultato letale della sua azione, con mani esperte gli sgonfiò completamente il giubbotto di galleggiamento, lasciando che fosse trascinato dal peso dei piombi verso l'abisso. Quindi estrasse dal suo marsupio, posto al confine fra la sua morbida pancia dall'aspetto umano e le squame della coda, una specie di lavagnetta, cancellando il numero 998 e scrivendo 999.
Ancora uno, pensò, e finalmente potrò andare in pensione! Cosa che desiderava da quando quel furbastro di Ulisse, tanto tempo fa, le era sfuggito, suscitandole gli aspri rimproveri dei suoi superiori: pare che quel tipo fosse uno importante! Per colpa sua le avevano aumentato a dismisura il numero delle vittime da raggiungere prima della sospirata cessazione della sua attività! Bei tempi comunque allora! Gli uomini non si immergevano ancora sott'acqua e non c'era tanto traffico di barche in superficie. Si poteva fare il proprio mestiere di Sirene stando comodamente appollaiate su di uno scoglio, catturando i passanti sulle rare navi, ammaliandoli col canto, senza timore di essere scoperte.
Doveva confessare che Ulisse le era proprio piaciuto e anche Mario non era poi così male! Ma cosa poteva farci se era nata Sirena?
Quindi pian piano, pur mantenendo il suo portamento elegante, la parte superiore del suo corpo mutò: i suoi capelli divennero bianchi e i seni avvizziti, rivelando una notevole età. Poi si ricoprì completamente di squame, fino ad assumere nuovamente l'aspetto di uno splendido dentice.
Leucosia mosse bellamente le pinne guadagnando quota, alla ricerca della sua nuova e, finalmente, ultima vittima.
………………………………….

Dal giornale la Stampa di Torino, sezione cronache, poco più di un anno dopo.

"Durante ricerche archeologiche condotte in profondità sono stati  ritrovati al largo di punta Licosa, nel Cilento, i resti del sub torinese Mario…., misteriosamente scomparso durante un'immersione poco più di un anno fa e invano ricercato all'epoca, dopo la segnalazione dei suoi compagni di immersione.
La maschera subacquea conservava ancora una scheda micro SD con le riprese video effettuate nella sua ultima tragica immersione. Dalle immagini pare che il sub si sia spinto incomprensibilmente (dato che era esperto di immersioni) ad una profondità eccessiva inseguendo une grosso dentice.
Il fatto inspiegabile è che la colonna sonora della ripresa riporta, oltre allo sciabordio dell'acqua, una nitida voce femminile che canta "Stranger in the night".
Si è diffusa tra la gente del posto la voce che si possa trattare del canto ammaliatore di una leggendaria Sirena, che secondo le dicerie locali avrebbe frequentato la zona fin dal tempo del mitico Ulisse!

Ma la spiegazione reale è molto più semplice, anche se meno affascinante: Gli esperti, analizzata la SD hanno concluso che si tratta di una traccia sonora precedente, non completamente cancellata dalla scheda per un malfunzionamento dell'apparecchio."

1 commento:

  1. come al solito sei stupendo!
    Ovviamente Serena non è sirena sebbene la sua bellezza sia di gran lunga più splendente.
    Un caro saluto ed aspetto altre tue nuove.
    .......... e non immergerti trppo profondo!
    Achille

    RispondiElimina