Settembre
2016
Le sembra di uscire da un lungo
sonno.
Ma dove si trova?
Avverte un senso di benessere e
serenità che da tempo aveva dimenticato. Stesa comodamente su di una sabbia
fine ed accogliente si lascia cullare dalla sensazione del piacevole risveglio,
circondata da una leggera nebbia che roteando pian piano si dissolve.
Ed ecco la scena ora è chiara: è
sdraiata su di una bella spiaggia dorata. Da un lato la spiaggia è lambita da
un fiume o da un lago. Le sfumature tendenti al verde delle acque trasparenti
le fanno pensare a un corso d'acqua dolce, piuttosto che al mare.
Dal lato opposto, dopo un certo
spazio, inizia un bel prato costellato di alti alberi con foglie dai colori
tendenti a sfumature rosse e gialle, che le ricordano stranamente la sua amata
Piazza d'Armi nello splendore dei colori autunnali.
Sorpresa Iunta si alza di scatto
sulle quattro zampe guardandosi intorno incuriosita, chiedendosi dove mai sia
arrivata. Ma è presa da un'incontenibile senso di euforia. Come faceva da
giovane si mette all'improvviso a correre all'impazzata sull'arenile
percorrendo traiettorie circolari sempre più veloci.
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Finalmente, dato pieno sfogo
all'improvviso impulso, mi fermo e penso:
Ma da dove mi è venuto questo improvviso entusiasmo? Finalmente mi
rendo conto che qualcosa è cambiato: mi sento in perfetta forma, i polpastrelli
che tanto mi avevano tormentata ultimamente, non mi danno più alcun fastidio.
Il noioso senso di prurito diffuso è scomparso, come il doloroso gonfiore ad un
occhio. Mi sembra di essere ringiovanita di colpo.
Dal prato un magnifico Schnauzer
gigante si dirige con passo maestoso ma festevole verso di me
No! Non è possibile! È proprio
Rolph, il mio idolo di quando era cucciola, da tempo scomparso. Incede nella
mia direzione. È bellissimo nel suo lucido colore nero. Forse è solo una mia
impressione dovuta all’emozione del momento, ma sembra quasi essere
semitrasparente ed emanare una brillante luce propria.
Rolph mi si avvicina
scodinzolando, dicendo: "Benvenuta a Timbuktu[1],
Iunta!"
"Rolph, ma sei proprio
tu?" rispondo automaticamente felice.
Poi mi rendo conto che sia Rolph
che io abbiamo "parlato".
"Ma...parliamo?" chiedo
titubante.
"Si certo, qui parliamo
tutti" replica tranquillamente il mio amico.
Presa da un improvviso dubbio
provo a lanciare una serie di abbai di gioia e sollevata mi rendo conto di
esserne ancora capace, provocando un sorriso divertito al mio interlocutore.
Ma ecco che Rolph lancia un
ululato di richiamo e un potente fischio (è capace anche di questo). Dopo
qualche momento, come per miracolo, pian piano dagli alberi spunta in
successione una serie di cani.
Io, felice e commossa riconosco
una serie di amici: Cleopatra, la maestosa mastina napoletana, che da
giovane avevo sempre considerata
capobranco con Rolph, Penelope, lupoide compagna di tanti giri insieme in
Piazza d'Armi, Dolly pastora tedesca, una delle mie più care amiche, la bionda
Golden retriever Kelly, il
"macho" Tom, mastino americano, che ora, contrariamente al suo solito
sembra andare d'accordo con tutti, il massiccio corso Ike, e tanti, tanti
altri, fino alle carissime Luna e Faloo, compagne inseparabili un tempo della
mia cara zia Elena.
Tutti sfilano davanti a me,
manifestando con saluti, abbai, grugniti di gioia o strofinate di naso il loro
caloroso benvenuto. Sono tutti in perfetta forma, nella loro migliore età. Non
posso che sorprendermi nel vedere la bellezza tipica del fiore degli anni, di
chi avevo conosciuto solo quando aveva
già un'età avanzata, come Faloo.
Poi tutti cominciano a vociare ed
abbaiare all'unisono, creando una gran confusione.
Finalmente capisco che stanno
proponendo di fare un pic nic sulla spiaggia per completare i festeggiamenti.
"Ma come facciamo? Non vedo
nulla da mangiare e nessuno che cucini." chiedo io, un po' preoccupata.
"Tranquilla" rispondono
in molti, sorridendo divertiti. E assumono un'aria concentrata. Dopo un attimo
compare davanti a loro ogni ben di Dio. A chi appare un cosciotto di pollo fumante,
a chi un grappolo di würstel, ad altri una bella bistecca e ognuno comincia ad
assaporare con gusto la sua porzione.
Rolph vedendomi sbigottita mi
spiega: "Sai qui basta concentrarsi e pensare intensamente a qualcosa di buono, per farlo apparire realmente
davanti a te. Prova!
Io mi impegno a pensare a una
bella e profumata porzione di baccalà alla vicentina (di cui ogni tanto mi
allungavano qualche pezzetto) e questa compare! L'assaggio senza esitazione e
non mi sorprende il fatto che sia squisita.
Cleo si accorge che ho sete e
batte con aria esperta una zampa su di un sasso della spiaggia, facendone
sgorgare uno zampillo di acqua fresca e dissetante che bevo con voluttà.
Il sole appare al tramonto e
riflessi rosati rendono ancora più incantevole la sabbia dorata. Pian piano la
luce comincia ad affievolirsi e io, stanca per tutte le nuove emozioni, mi
allungo sdraiata sulla spiaggia, contenta e sazia ma un profondo senso di
malinconia comincia a mescolarsi alle mie altre sensazioni felici del momento,
sensazione forse indotta anche dalla particolare luce crepuscolare. Mi assale
il desiderio di vedere i miei padroni, far loro le feste, sentirli vicini a me.
Faloo sembra leggermi nel
pensiero, mi si accosta e mi sussurra con voce tenera e rassicurante: "Non
temere: i nostri padroni ci raggiungeranno un giorno, come è già successo a
tanti miei amici. E poi c'è sempre
la...televisione.
Mi sento rassicurata, ma prima
che io possa replicare chiedendo cosa c'entri la televisione in tutto questo,
siamo interrotte dall'avvicinarsi di un'altra cagnetta dall'aria dolce, che non
avevo notato prima. In qualche modo mi assomiglia anche se ha un colore
biondo-marroncino. Non mi sembra di conoscerla, ma mi risulta molto simpatica.
Mi dice: " Scusa, tu sei
Iunta, vero?"
"Sì certo, ma ci
conosciamo?"
"Tu non mi conosci, ma io
sì. Sono Birba, la cagnetta dei tuoi cari amici Ninni e Adriana, e ti ho visto
spesso in televisione."
L'idea di conoscere finalmente
Birba, che avevo spesso sentito nominare dai suoi padroni mi riempe di gioia,
ma poi penso:
e dagliela con la televisione, qui sono tutti fissati con questa idea?
Rispondo sorpresa, ma con
dolcezza e il garbo che mi ispira comunque il suo atteggiamento affettuoso:
"Ma io non credo di essere
mai apparsa in televisione!"
Birba e Faloo appaiono divertite
dalla mia affermazione. Birba replica:
" Per televisione qui non
intendiamo quello che pensi tu! Seguimi a casa mia e ti spiegherò meglio."
Visto che intanto si è fatto buio
saluto tutti, ringraziandoli per la graditissima accoglienza e mi avvio verso
gli alberi seguendo la mia nuova amica Birba. Arriviamo presto a una graziosa
piccola casetta di legno, dove entriamo, spingendo una porticina oscillante.
L'ambiente è piccolo ma simpatico ed accogliente, con un divano, un tappeto
messo sopra un pavimento in parquet, un paio di accoglienti brandine per cani e
un angolino con pavimento in cotto, dove spicca una bella ciotola d'acqua che attira
subito la mia attenzione: il baccalà era buonissimo ma un po' salato, come del
resto lo avevo desiderato, e ora ho una gran sete. Birba se ne accorge e mi fa
un cenno di accostarmi alla ciotola.
Bevo con piacere a sazietà e non
mi stupisco (dopo le precedenti esperienze) notando che il livello d'acqua
resta invariato per quanto beva.
Poi imito Birba, sedendomi sul
tappeto posto davanti al divano, rivolte entrambe verso un bel caminetto.
Birba assume un atteggiamento
concentrato, simile a quello assunto prima da tutti per richiedere il cibo
desiderato.
Nello spazio vuoto del caminetto,
spento, appaiono inizialmente dei piccoli lampi di luce intermittente e quindi
lentamente si forma un'immagine tridimensionale. È una specie di ologramma che
mostra le care sagome di Ninni e Adriana seduti a tavola con il cane Ugo vicino
a loro. Birba, visibilmente commossa spiega:
"Vedi questa è quello che
qui chiamiamo televisione. Ci
permette di vedere cosa fanno i nostri cari e sentirci vicino a loro."
Poi aggiunge:
"Così ti ho visto tante
volte quando eri con loro, e mangiavi i pezzetti di fagiano che ti dava Adriana
o quando giocavi con Ninni in Francia. Ed ora vedo il caro Ugo. Sono così
contenta che abbiano di nuovo un cane che li riempe di affetto!”
"Ma che bella casa che
hai!" dico, anche per spezzare l'eccessiva emozione del momento.
La mia nuova amica replica:
"Come forse avrai già
capito, qui basta desiderare un oggetto e questo si realizza. Io ho voluto
questa casetta con un divano e un tappeto replica di quelli di casa mia dai
miei e una cuccia per me ed una per eventuali ospiti.
Dormi da me stasera e poi domani,
se vuoi, potrai organizzare la tua, con la tua televisione."
Sono stanca e accolgo volentieri
l'invito e sistematami comodamente sull'accogliente cuccia e mormoro:
"Che bel posto
Timbuktu!"
Birba annuisce convinta e prima
di addormentarsi serenamente mi sussurra
che Timbuktu è il nome che io ho scelto, ma mi spiega che molti usano nomi
diversi per questo bel luogo.
Anche il suo aspetto è percepito
in modo diverso dai vari soggetti, a seconda della sensibilità di ognuno. Molti
umani, che aveva conosciuto in precedenza e che ha rincontrato qui le hanno
raccontato percezioni diverse: chi si immagina di passeggiare su di un delicato
mare di nuvole, chi di camminare facilmente su di un calmissimo oceano, dove
tutte le abitazioni sono bellissime barche ondeggianti lievemente sullo stesso.
Pian piano mi immergo in un sonno
ristoratore pieno di uno strano miscuglio al tempo stesso di nostalgia del
passato e felicità per il presente e per le gratificanti promesse del futuro.
[1]
Timbuktu, nell’omonimo romanzo di Paul Auster è il posto dove Willy, il padrone
del cane Mr Bones afferma si ritroveranno un giorno. Dopo la scomparsa di Willy
Mr Bones sogna di raggiungerlo là. Vedi la copertina del libro e il testo relatvo a Timbuktu cui
si è ispirato Paul Auster a seguire.
Copertina del libro di Paul Auster citato:
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Timbuktu (composed by Karl Jannuska & lyrics by Sienna Dahlen)
There's a place
So I've been told
Where the sand
Is made of gold
And spirits roam free
While dandelions sing
The universe speaks
To you
They say the road
Is long and hot
True or faux
No matter what
We'll live out our days
The afterlife way
Together in
Timbuktu
I’m frolicking
In fantasy
Dreamers dream
Eternally
When you truly believe
That love is the seed
You'll never leave
Timbuktu
I am frolicking
In fantasy
Dreams becomes
Reality
will see you again
Where this world ends
A new life begins in
Timbuktu.
https://karljannuska.bandcamp.com/track/timbuktu
C’è un posto
Così mi è stato detto,
Dove la sabbia
È dorata
E gli spiriti vagano liberi.
Mentre denti di leone cantano
L'universo parla
A te.
Si dice che la strada
È lunga e difficile
Vero o meno,
Non ha importanza,
Vivremo i nostri giorni
Seguendo i modi dell’aldilà
insieme in
Timbuktu.
Sto scherzando
Con la fantasia
I sognatori
Eternamente sognano
Quando crederai veramente
Che l'amore è il seme
Non lascerai mai
Timbuktu
Sto scherzando
Con la fantasia
E i sogni diventano
Realtà
Ti rivedrò.
Dove finisce questo mondo
Una nuova vita comincia a
Timbuktu.