Ecco l'incipit della fiaba dedicata a mio nipote:
Pelly
Tito sta nuotando
felice in piscina.
Muove le braccine e
le gambotte nell'acqua trasparente, sorretto dalle mani della mamma e lancia
gridolini di gioia.
Ma all'improvviso si
sente un dolce tintinnio di campanellini e sul bordo della piscina appare un
buffo animale. È bianco, con alcune penne nere sulle ali e con uno strano e
grosso becco giallo sul muso. Si regge su due zampe gialle palmate. È molto
grande, almeno così appare a Tito.
Sorride gentilmente,
batte leggermente una zampa a lato della piscina, sollevando una nuvoletta di
polvere scintillante che prima lo circonda e poi ricade lentamente in acqua e
sul bordo della vasca, mentre si sente nuovamente il dolce suono di piccole
campane.
Lo strano ma
simpatico uccello sembra emettere luce, sottolineando la propria magia.
Parla, e tutti lo
capiscono chiaramente, anche Tito che finora aveva imparato ad amare il suono
delle parole senza però riuscire ancora a comprenderle bene. Ma si sa, la magia
è MAGIA!
"Ciao, sono
Pelly, il pellicano: Laura, permetti che faccia fare un giretto al tuo
figlioletto?"
Tito lancia una serie
di urletti di gioia e approvazione e mamma Laura, inaspettatamente convinta
dalla magia, solleva tra le braccia Tito e lo porge dolcemente a Pelly. Per
incantesimo il bambino è improvvisamente asciutto e vestito con il suo
completino arancione.
Il pellicano apre
delicatamente il grosso becco, lasciando che Laura sistemi comodamente il
piccolo nella morbida cavità che forma la parte inferiore della capace bocca.
Tito si accomoda con
la testolina che sporge a guardare in fuori.
Pelly, tenendo
sollevata con attenzione e delicatezza la parte superiore del becco apre le ali
e prende con attenzione il volo. Si solleva dal bordo della piscina e fa un
paio di giri nella sala prendendo quota e lasciando dietro di sé la scia di
polvere magica luccicante.
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