...Shulamid e Marco stanno salendo a piedi lungo una delle crêuze che portano da Pieve Alta a Punta Santa Croce.
Sono arrivati a Pieve Alta con la macchina di Shulamid, e hanno parcheggiato dietro la chiesa parrocchiale di San Michele, prima di iniziare la salita verso Santa Croce.
Shulamid è un’amica israeliana di Elisa, la figlia di Marco e Alice, che vive da alcuni anni in Israele.
Ha quasi quarant’anni, ma ne dimostra meno, con la sua figura alta e sottile e la capigliatura nera, sempre un po’ arruffata. Ha conosciuto e stretto amicizia con Alice e Marco in occasione delle loro ultima visita a Gerusalemme per trovare Elisa.
Marco era rimasto molto sorpreso di trovarla all’improvviso a punta Chiappa, dove si sarebbe aspettato di incontrare chiunque, ma sicuramente non lei...
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martedì 31 marzo 2015
domenica 29 marzo 2015
Da :"Cara, porto fuori il cane" - La barchetta
...Gli spruzzi sollevati dalla prua ogni tanto gli arrivano in faccia, caricandogli le labbra di un piacevole sapore salmastro.
Non si cura del fatto che gli spruzzi bagnino la felpa. Appena il sole sorgerà, da dietro il promontorio di Portofino, potrà toglierla e godersi il tepore dei suoi raggi.
Meno male che la pioggia di ieri è finita e oggi è una bella giornata, anche questo è un buon segno!
Marco rimane trasognato, cullato dal ronzio del motore, lo sciabordio dell’acqua e il leggero beccheggio dell’imbarcazione. Si sente qui come solo al mondo, ma concentrato e determinato in quello che deve fare...
venerdì 27 marzo 2015
Da "Cara porto fuori il cane" - Bogliasco
Finalmente
sono arrivato a Bogliasco!
Marco scende dall’autobus e come un sonnambulo si
dirige verso casa.
Ha sulle spalle lo zaino, un po’ sporco, anche i
jeans sono mal ridotti. Ripensa all’incidente avuto prima in autostrada, poco
dopo aver fatto rifornimento.
Una ruota
anteriore era scoppiata all’improvviso, probabilmente come conseguenza della
precedente strisciata tra il camion e il guardrail.
Non era riuscito a controllare completamente il
mezzo, che aveva sbandato verso l’ingresso di un’area di sosta. A malapena era
riuscito a imboccare l’entrata della stessa, che l’auto era andata a
schiantarsi contro la barriera che la delimitava lateralmente, fortunatamente
senza grossi danni per lui. Il veicolo non era in condizioni di ripartire, ma
non aveva voluto chiamare soccorsi. Si aspettava da un momento all’altro
l’arrivo di minacciosi grossi autocarri con targhe polacche e strisce verdi.
Dopo tutto la vettura era finita in una posizione tale da non ostacolare
nessuno.
Ancor bene che fosse successo tutto proprio in
corrispondenza all’entrata di quella zona di sosta! Constatò che era in grado
di camminare senza grossi problemi e che aveva riportato solo qualche strappo
ai jeans, nell’uscire dalla portiera, con la macchina semi incastrata contro la
barriera. Aveva quindi preso lo zaino e rapidamente, quasi correndo, si era
allontanato a piedi, fino a raggiungere una piazzuola di emergenza più avanti,
dove aveva trovato un’auto ferma con il guidatore in procinto di ripartire.
Attirando la sua attenzione a gran voce e con ampi
gesti, si era fatto portare fino alla stazione di servizio successiva, con la
scusa che era rimasto senza gasolio, con il proprio mezzo
fermo alla piazzola precedente, evitando di aggiungere altro.
Non voleva insospettire il guidatore.
Sceso all’area di rifornimento, non aveva trovato
nessuno diretto a Genova, disposto a dargli un passaggio; era riuscito, però, a
farsene dare uno da un signore cortese che andava a Ovada. Gli spiegò, mentre
questi finiva di fare il pieno, di avere la propria vettura in panne in
autostrada e dover andare, per ricevere aiuto, a un posto di soccorso
automobilistico che conosceva proprio in quella città.
Aveva raccontato di aver chiamato in precedenza
l’officina, e che il titolare gli aveva consigliato, data l’ora ormai tarda, e
dal momento che il veicolo non ingombrava l’autostrada, di farsi dare un
passaggio fino a Ovada. Avrebbero poi provveduto al recupero dell’auto il
giorno successivo.
Arrivati nella cittadina, fattosi lasciare a un
incrocio, senza perder tempo a passare da nessun autosoccorso, si era
incamminato verso la stazione ed era poi arrivato, via treno, a Genova Nervi,
da dove aveva preso l’autobus per Bogliasco.
Marco tira fuori dallo zaino le chiavi, apre la
porta ed entra in casa.
Qui non c’è un ripiano nell’ingresso in cui lui e
Alice abbiano la consuetudine di posare la corrispondenza, come a Torino. Di
solito usano a tal scopo il tavolo da colazione in cucina.
Marco, istintivamente, si dirige lì senza
esitazioni, sicuro di trovarvi il messaggio con le nuove indicazioni. Non si
chiede neanche come qualcuno possa essere entrato a lasciare un messaggio, ma è
sicuro che lo troverà. Ecco infatti sul tavolo una grossa busta con sopra la
scritta in stampatello:
“NUOVE
ISTRUZIONI”.
Senza sorpresa la prende, la apre e legge: “Domani mattina, appena fa chiaro, prendi
la tua barchetta e vieni alla secca dell’Isuela al largo di punta Chiappa.”
giovedì 26 marzo 2015
Da oggi cominciano alcuni brani estratti da"Cara porto fuori il cane"
"Cara porto fuori il cane" è il mio primo libro, scritto circa un anno fa, per chi non lo avesse già letto riporto da oggi alcuni brani dello stesso, nella speranza di invogliarvi a leggerlo.
Cominciamo dall'inizio...
...La pioggia era sempre torrenziale.
“SE VUOI RIVEDERE ALICE E GAMMA SEGUI ALLA
LETTERA LE ISTRUZIONI CONTENUTE, SENZA CONTATTARE NESSUNO"...
Cominciamo dall'inizio...
...La pioggia era sempre torrenziale.
Finalmente arrivò, ebbe la fortuna di trovare un
posto comodo dove parcheggiare, scese dalla macchina, riparandosi dalla pioggia
con il fido berretto impermeabile, aprì con le chiavi il portone, salì i pochi
gradini dell’atrio e prese l’ascensore.
Arrivato al suo piano, fece per aprire con la
chiave la mezza mandata del cricchetto. La porta, però, non si aprì, era chiusa
anche la serratura principale.
Strano, pensò, che
Alice non sia in casa a quest’ora...sarà uscita per qualche commissione.
Aprì la serratura ed entrò.
Una prima occhiata all’interno gli provocò una
fitta di angoscia al cuore. L’appartamento era in pieno disordine, cassetti
svuotati sul pavimento, abiti buttati per terra, tutto era stato messo
sottosopra.
Evidentemente
avevano ricevuto la visita di ladri! E
Alice, cosa le era successo? Forse era uscita per fare la denuncia alla polizia
o ai carabinieri. Ma senza avvisarlo? E portandosi dietro Gamma?
“Gamma!
Gamma! Dove sei?”
Dopo un breve, affannato giro all’inutile ricerca
del cane, osservando ovunque la stessa caotica situazione, ritornò sempre più
allarmato all’ingresso, dove notò finalmente una vistosa grossa busta, con una
scritta in caratteri maiuscoli, che risaltava sul ripiano dove erano soliti
lasciare la corrispondenza appena arrivata.
venerdì 13 marzo 2015
La vita è sogno: Llyr
Il numero di case che emergono dal fondo roccioso dell'oceano è
impressionante.
Non dobbiamo stupirci: Rhiannon è la più grande città dell'intero oceano.
Gli abitanti sono alcune migliaia.
La città appare ancora più vasta perché le case sono basse e separate tra
loro da ampi spazi, occupati dagli orticelli di alghe delle singole famiglie e
da reti contenenti coltivazioni di strani molluschi e altre prelibatezze
alimentari.
Le case sono costruite con grezzi mattoni grigi al silicio, che formano un
piacevole contrasto cromatico col liscio e più chiaro fondale su cui
appoggiano.
L'aspetto della città ispira un gran senso di quiete e di pace, alla tenue
luce del plancton luminescente diffuso ovunque.
Il giovane Llyr ama svegliarsi molto presto e uscire di casa quando i
genitori e i fratelli dormono ancora.
Esce nuotando dalla lunga fessura che costituisce l'ingresso alla casa. Non
vi sono porte. I pacifici abitanti di questa città non ne sentono alcun bisogno.
L'aspetto del nostro mattiniero amico è flessuoso: un lungo corpo, sinuoso
ma robusto, dotato di potenti pinne dorsali e pettorali, di una lunga agile
coda e una serie di possenti tentacoli, uscenti dai suoi fianchi, poco dietro
le branchie.
Controlla diligentemente, usando sapientemente ed efficacemente gli agili
tentacoli, che le reti con gli animaletti da allevamento siano in ordine e poi,
con veloci movimenti delle pinne, si dirige felice alla casa della sua
fidanzata Aine. Anche lei è mattiniera e in realtà hanno un appuntamento prima
di dedicarsi ai rispettivi impegni quotidiani.
Si salutano affettuosamente abbracciandosi coi tentacoli e strofinando con
affetto le pinne dorsali, compiendo alcune piroette di felicità, ruotando
attorno al loro asse longitudinale.
Si parlano a lungo emettendo i vocalizzi e ronzii tipici del loro linguaggio.
Conversano con emozione del loro prossimo matrimonio, fortemente voluto,
finalmente ora anche approvato dai genitori e della nuova casa che stanno
costruendo insieme, tutti i pomeriggi, finiti gli altri incarichi di lavoro.
Hanno ancora un po' di tempo e allora nuotano gioiosamente verso l'alto,
raggiungendo, come loro abitudine l'impenetrabile spessissima crosta di
ghiaccio che copre il loro oceano.
Sono affascinati dalla misteriosa coltre che delimita il loro mondo.
Vari scienziati ed esploratori hanno cercato in qualche modo di scavare
tunnel verticali e raggiungere l'esterno, ma tutti i tentativi sono sempre
stati respinti dalle temperature sempre più basse man mano che si saliva, fino
a valori intollerabili per il loro organismo.
Si sono sempre chiesti se esistano altri esseri viventi e altri mondi, al
di là di quella, finora, impenetrabile barriera.
Trascorre la giornata. Llyr ha dedicato il suo tempo prima alla scuola
tecnica dove sta apprendendo vari mestieri, poi ha partecipato con colleghi a
una battuta di pesca e ricerca di cibo. Finalmente ha la gioia di
ricongiungersi con Aine, avanzando un poco coi lavori di costruzione della loro
nuova abitazione.
Torna a casa per cena in famiglia. Il piatto principale sono piccoli crostacei,
in un letto di gustose alghe del loro orto.
Conversa coi genitori, i fratelli e le sorelle, scambiando impressioni
sulle rispettive attività della giornata e finalmente si infila nuotando nella
sua cameretta, si adagia su un letto di posidonie e stanco si addormenta.
Llyr sogna:
...Sogna che la nuova casa è
terminata. Ora è finalmente sposato con l'amata Aine. Si abbracciano
teneramente e appassionatamente. Ora possono dare liberamente pieno
sfogo alla loro passione.
Alla fine del loro atto d'amore depongono
con cura le uova appena fecondate nell'apposita incubatrice, preparata in
precedenza con tanta cura e si guardano affettuosamente...
...Il sogno prosegue, ma cambia.
Llyr vede i suoi figli cresciuti, diventati una esperta équipe di scienziati,
che ha finalmente risolto il problema di come affrontare le estremamente rigide
temperature esterne.
Partendo dalle proteine antigelo presenti
nel loro sangue, che permettono loro di vivere senza problemi nelle già basse
temperature del loro oceano, hanno sintetizzato un tessuto che rivestendo in
più strati l'interno del razzo preparato per l'esplorazione, li proteggerà dal
gelo esterno.
Ed ecco, terminato il tunnel verticale,
salvo una piccola pellicola terminale, il razzo, spinto dall'idrogeno liquido
usato come propellente, parte col suo equipaggio. Sfonda la sottile pellicola
rimasta, emergendo all'esterno, accompagnata da uno spettacolare e gigantesco
geyser, dovuto alla fuoriuscita delle acque più calde dell'oceano nelle
estremamente basse temperature esterne.
L'avventura è cominciata! La prima
cosa che appare agli occhi degli esploratori è un enorme pianeta tondeggiante
ma schiacciato ai poli, che scopriranno essere il quinto dal sole, il cui disco
luminoso vedono in lontananza.
Comprenderanno anche che il
satellite[1]
dal cui oceano sono appena usciti è il sesto da quel grande pianeta...
giovedì 12 marzo 2015
La vita è sogno: Ishtar
Ishtar sta planando dolcemente, come un aliante. A suo fianco la giovane amica Tioumoutiri, che sta fluttuando con lei, la accompagna. Comunicano tra loro con la vibrazione delle loro antenne frontali.
Il loro movimento è armonioso e fluttuante: potrebbe ricordare, a chi ne ha viste in mare, il muoversi delle razze marine.
Le pinne pettorali e pelviche hanno la funzione di ali, sostenendole in volo nella densa atmosfera in cui si trovano, mentre quelle dorsali e caudali fungono da timone.
Si alzano e si abbassano nel loro muoversi, alla ricerca delle correnti più favorevoli e dei nugoli di microrganismi diffusi tra di esse, che costituiscono il loro cibo.
La più giovane delle due è affascinata dalla esperienza dell'amica, che lei non ha ancora provato. Ishtar sta per dare alla luce i piccoli embrioni, generatisi in lei per partenogenesi.
Le piccole resteranno attaccate al corpo della madre e saranno da lei nutrite fino a che non saranno in grado di planare da sole.
In attesa di questo evento la futura madre, presa da sonnolenza, si addormenta.
La loro specie ha appreso da tempo l'arte di continuare a planare anche dormendo, mantenendo una quota pressoché costante.
Ishtar sogna...
...La sua mente torna al lontano passato, raccontato da tante leggende e, in qualche modo, rimasto impresso nella coscienza della loro specie.
Sogna tempi remotissimi, quando nuotava negli oceani del suo pianeta, tra i suoi simili, divisi allora in femmine e maschi... Sogna anche, con qualche senso di nostalgia, di accoppiarsi appassionatamente con uno dei maschi, dopo una lunga nuotata di corteggiamento, fatta insieme...
Poi lo scenario cambia: i mari si stanno esaurendo, evaporando inesorabilmente, mentre l'atmosfera soprastante è sempre più densa e calda...ed ecco lei e poche sue amiche riescono a fare il grande salto e dopo un lungo periodo di balzi in aria, in cui pian piano si adattano alle nuove condizioni, lasciano definitivamente il poco mare restante, prima che scompaia del tutto, librandosi in volo nell'atmosfera densa ora quasi quanto il liquido dell'oceano, verso quote sempre più alte, alla ricerca di temperature accettabili....ma i maschi, più deboli e meno portati all'adattamento, non ce la fanno.
Da allora la natura verrà in soccorso delle simili della.nostra sognatrice, aiutandole nelle modifiche genetiche necessarie a permettere la prosecuzione della loro specie per partenogesesi...
Ishtar si sveglia e riprende a muovere le pinne alate tra le spesse nuvole del cielo del secondo pianeta dal Sole.
Il loro movimento è armonioso e fluttuante: potrebbe ricordare, a chi ne ha viste in mare, il muoversi delle razze marine.
Le pinne pettorali e pelviche hanno la funzione di ali, sostenendole in volo nella densa atmosfera in cui si trovano, mentre quelle dorsali e caudali fungono da timone.
Si alzano e si abbassano nel loro muoversi, alla ricerca delle correnti più favorevoli e dei nugoli di microrganismi diffusi tra di esse, che costituiscono il loro cibo.
La più giovane delle due è affascinata dalla esperienza dell'amica, che lei non ha ancora provato. Ishtar sta per dare alla luce i piccoli embrioni, generatisi in lei per partenogenesi.
Le piccole resteranno attaccate al corpo della madre e saranno da lei nutrite fino a che non saranno in grado di planare da sole.
In attesa di questo evento la futura madre, presa da sonnolenza, si addormenta.
La loro specie ha appreso da tempo l'arte di continuare a planare anche dormendo, mantenendo una quota pressoché costante.
Ishtar sogna...
...La sua mente torna al lontano passato, raccontato da tante leggende e, in qualche modo, rimasto impresso nella coscienza della loro specie.
Sogna tempi remotissimi, quando nuotava negli oceani del suo pianeta, tra i suoi simili, divisi allora in femmine e maschi... Sogna anche, con qualche senso di nostalgia, di accoppiarsi appassionatamente con uno dei maschi, dopo una lunga nuotata di corteggiamento, fatta insieme...
Poi lo scenario cambia: i mari si stanno esaurendo, evaporando inesorabilmente, mentre l'atmosfera soprastante è sempre più densa e calda...ed ecco lei e poche sue amiche riescono a fare il grande salto e dopo un lungo periodo di balzi in aria, in cui pian piano si adattano alle nuove condizioni, lasciano definitivamente il poco mare restante, prima che scompaia del tutto, librandosi in volo nell'atmosfera densa ora quasi quanto il liquido dell'oceano, verso quote sempre più alte, alla ricerca di temperature accettabili....ma i maschi, più deboli e meno portati all'adattamento, non ce la fanno.
Da allora la natura verrà in soccorso delle simili della.nostra sognatrice, aiutandole nelle modifiche genetiche necessarie a permettere la prosecuzione della loro specie per partenogesesi...
Ishtar si sveglia e riprende a muovere le pinne alate tra le spesse nuvole del cielo del secondo pianeta dal Sole.
martedì 10 marzo 2015
La vita è sogno: Crio
Crio è vecchio e stanco, sente le sue forze venir meno. Sa che la sua fine è vicina. Eppure accetta con calma e rassegnazione il suo ineluttabile destino. Ha vissuto felice per tanti anni in uno splendido e affascinante mondo.
Sogna...
...Risale in sogno alla sua nascita: vede, come per incanto, i suoi genitori conoscersi, trascorrere insieme l'uno accanto all'altro periodi immensamente felici e spensierati. Ecco stanno vagando per il loro pianeta, affrontando insieme con emozione e il coraggio, ispirato dall’essere uno vicino all’altro, i venti sferzanti delle tempeste che spesso infuriano violentemente in questo luogo. Osservano con attenzione e ammirazione infinita la varietà di colori e forme che li circonda.
Alla fine sentono che è giunto il momento di completare la loro unione. Le loro due sfere gassose si accostano e si compenetrano sempre di più con esaltazione crescente dei loro sensi.
Le loro molecole e i loro atomi si mescolano, con un inebriante interagire delle sostanze che li compongono: idrogeno, ammoniaca e metano.
Al culmine di questo processo, per loro quanto mai eccitante e appagante, sono diventati ormai una sfera unica, di volume doppio di quello iniziale di ciascuno dei due..
Improvvisamente il loro colore si accende. Il globo che forma il loro nuovo corpo si infiamma di colore, diventando da giallo, prima arancione e poi rosso vivo, fino all'esplosione che improvvisamente divide la nuova unità in otto sfere più piccole. Ciascuna è un nuovo essere vivente.
Così è nato Crio, con i suoi sette fratelli.
Però, come gli altri sette, pur essendo una creatura nuova, ha conservato nel suo intimo la memoria dei genitori e la coscienza di quanto accaduto, che ora ha infatti appena richiamato alla mente nel suo sogno...
Crio, da parte sua, non ha però ripetuto, da adulto, questa emozionante esperienza, ha invece vissuto una lunga vita da single, immerso nei suoi studi scientifici, osservando e analizzando le meraviglie del suo pianeta, dagli splendidi anelli alle numerose lune ed è soddisfatto della sua vita, conscio ora che è ormai giunto il momento di dissolvere il suo corpo nell'atmosfera del suo amato mondo, il sesto dal sole, al quale ha dedicato l'intera vita.
Pian piano il colore di Crio si schiarisce sempre di più, diventa giallo pallido, poi quasi trasparente, fino a evaporare completamente, svanendo nel nulla.
Sogna...
...Risale in sogno alla sua nascita: vede, come per incanto, i suoi genitori conoscersi, trascorrere insieme l'uno accanto all'altro periodi immensamente felici e spensierati. Ecco stanno vagando per il loro pianeta, affrontando insieme con emozione e il coraggio, ispirato dall’essere uno vicino all’altro, i venti sferzanti delle tempeste che spesso infuriano violentemente in questo luogo. Osservano con attenzione e ammirazione infinita la varietà di colori e forme che li circonda.
Alla fine sentono che è giunto il momento di completare la loro unione. Le loro due sfere gassose si accostano e si compenetrano sempre di più con esaltazione crescente dei loro sensi.
Le loro molecole e i loro atomi si mescolano, con un inebriante interagire delle sostanze che li compongono: idrogeno, ammoniaca e metano.
Al culmine di questo processo, per loro quanto mai eccitante e appagante, sono diventati ormai una sfera unica, di volume doppio di quello iniziale di ciascuno dei due..
Improvvisamente il loro colore si accende. Il globo che forma il loro nuovo corpo si infiamma di colore, diventando da giallo, prima arancione e poi rosso vivo, fino all'esplosione che improvvisamente divide la nuova unità in otto sfere più piccole. Ciascuna è un nuovo essere vivente.
Così è nato Crio, con i suoi sette fratelli.
Però, come gli altri sette, pur essendo una creatura nuova, ha conservato nel suo intimo la memoria dei genitori e la coscienza di quanto accaduto, che ora ha infatti appena richiamato alla mente nel suo sogno...
Crio, da parte sua, non ha però ripetuto, da adulto, questa emozionante esperienza, ha invece vissuto una lunga vita da single, immerso nei suoi studi scientifici, osservando e analizzando le meraviglie del suo pianeta, dagli splendidi anelli alle numerose lune ed è soddisfatto della sua vita, conscio ora che è ormai giunto il momento di dissolvere il suo corpo nell'atmosfera del suo amato mondo, il sesto dal sole, al quale ha dedicato l'intera vita.
Pian piano il colore di Crio si schiarisce sempre di più, diventa giallo pallido, poi quasi trasparente, fino a evaporare completamente, svanendo nel nulla.
lunedì 9 marzo 2015
Continuano brevi estratti da " La vita è sogno"
S. è stanca, stufa, non
ce la fa proprio più.
Il suo volto, solcato da
innumerevoli rughe e butterata dai crateri che le ha lasciato il vaiolo
sofferto tanti anni prima, è profondamente e ineluttabilmente imbronciato.
Basta, non ne può
veramente più di dover mostrare sempre la stessa faccia a tutti.
Una faccia che ormai le
sembra insipida , pur sorridente, irrisa o acclamata da tanti, poeti e non.
E pensare che avrebbe uno
splendido lato B da mostrare!
Sorride un attimo,
pensando a cosa non potrebbero scrivere, in versi poetici o in volgarità
assolute, sul suo magnifico e sconosciuto lato B.
All’improvviso Selene, in un impossibile sogno,
sforzando la sua natura e le leggi universali, si decide e si rigira su se
stessa mostrando il suo didietro alla terra, in gesto di scherno e di sfida, al
tempo stesso.
domenica 8 marzo 2015
Altro estratto da "La vita è sogno" - G.
G. è vecchia e stanca. Sente tutti i suoi numerosi anni pesarle sulle
spalle.
Eppure percepisce di avere in sé ancora enormi potenziali.
Le prude il volto, solcato da innumerevoli rughe e caratterizzato da alcuni
foruncoli in fastidiosa eruzione.
Immersa nella stanchezza della sua sterminata vecchiaia la nostra cara G. sogna:
Quanto tempo è passato! Non saprebbe
dirlo neanche lei. Ecco si rivede tanti anni fa quando tutti la vedevano piatta
e magra come una giovincella acerba. Si ricorda anche la tumultuosa età adolescenziale,
con i violenti terremoti tipici di quell'età.
Quante nuvole e quanti temporali si
sono addensati all'epoca su di lei!
Ma il tempo passa. Ricorda il formicolio,
quando sentiva audaci brividi solcarle la pelle, come se qualcuno navigasse sul
suo corpo alla ricerca dei suoi più nascosti e reconditi posti segreti.
Ed ecco, col passare degli anni da
piatta e smilza si è fatta rotondetta e piena agli occhi di tutti.
Oggi però, in un certo senso, le
sembra di essersi, in qualche modo, ristretta. Ogni suo punto, per intimo che
sia, è ormai accessibile agli audaci esploratori che vogliano lanciarsi in
questa impresa.
Quanti amanti ha e ha avuto: di
sesso, età, razza diversi. Li ama tutti, li sente tutti come parte
imprescindibile del suo vecchio corpo.
Gea, pur sognando, continua a ruotare instancabile sul suo asse percorrendo la propria orbita attorno al
sole, accompagnata dal suo fedele satellite, la luna.
sabato 7 marzo 2015
Ancora un estratto da "La vita è sogno" - Felicità
Stella cammina leggera lungo un bel corso alberato della sua città. È notte e stranamente indossa solo un pigiamino bianco, con deliziosi orsetti dipinti sul tessuto, ma nessuno sembra notarla. Le sue pantofole sfiorano appena il suolo del marciapiede.
È felice e guarda con gioia i passanti, che non la
osservano...Si sente intrisa di entusiasmo e presto non riesce più a
trattenersi, allarga le braccia e si libra in volo, con un gesto che le sembra
il più naturale del mondo. Allungando le mani in avanti , in posizione orizzontale
guadagna quota.
Sorride vedendo alcune finestre illuminate che
lasciamo immaginare persone impegnate in varie attività.
Immagina studenti immersi su libri, persone che
guardano film, chi si accingono ad andare a dormire, amanti teneramente
abbracciati...
Stella è piena di una profonda empatia per tutte queste persone ed è felice
di sentirle vive, gioisce nella sensazione di far parte di un'umanità pulsante.
Sorride, col suo giovane viso lentigginoso
incorniciato da riccioli di colore rossastro.
Si libra piacevolmente sempre più in alto, ormai
al di sopra dei palazzi che fiancheggiano il corso dove solo poco fa stava camminando.
È una notte limpida, rischiarata da un falce di
luna crescente.
Stella è innamorata.
Sente ancora sulle labbra il ricordo del bruciante contatto con quelle di Franco, che
finalmente si è lanciato a manifestare il suo amore.
Avverte ancora i profondi brividi di emozione e
piacere.
Chiude gli occhi, tanto ormai non ci sono ostacoli
sul suo volo, allunga la mano destra, ed ecco sfiora la mano di Franco che sta
ora volando al suo fianco.
Non ha bisogno di aprire gli occhi e di voltarsi,
le basta il leggero contatto per riconoscere la mano amata. È sufficiente la
leggera pressione delle loro dita intrecciate per trasmetterle una profonda emozione.
È come accesa dalla forza trasmessa da quelle
dita, che le infiammano tutto il corpo e l'animo. Con un leggera stretta della sua mano trasmette le stesse emozioni a Franco.
Finalmente apre gli occhi, gira leggermente il
capo e contempla gli occhi scuri appassionati e sognanti di lui, nel suo volto
squadrato, evidenziato dai corti capelli neri.
Proseguono il loro volo, ora più veloce, inebriati
dalla sensazione di condividere questa
esperienza di profonda unione e passione infiammata ma serena allo stesso
tempo.
Mentre i loro corpi e le loro menti si trasmettono
tutte queste intense sensazioni, il paesaggio scorre veloce sotto di loro: ecco stanno sorvolando Genova
e ora il mare calmo, appena increspato, scintilla sotto di loro, riflettendo il
leggero luccicare della falce di luna.
Assorti nella loro simbiosi sono stranamente, allo stesso tempo, dimentichi di
tutto quello che non è il loro amore e partecipi dello splendido spettacolo
offerto da questa notte magica e si sentono
in sintonia con il mondo intero.
Superata la Corsica, hanno attraversato le Bocche
di Bonifacio e sorvolano la campagna di una Sardegna illuminata da qualche luce
sparsa qua e là.
Il nostro amico
pastorello sardo, il contatto del ragazzo marziano Qfrty, per intenderci, è risvegliato
dall'abbaiare gioioso del suo cane e, uscito in cortile, osserva le due figure
in volo che si stagliano contro la parte di luna visibile.
Commosso, è sicuro che si
tratta di due angeli, ma dopo l'esperienza con l'amico marziano, non ne parlerà
a nessuno, neanche ai cari genitori. Sa
che nessuno gli crederebbe.
venerdì 6 marzo 2015
Terzo estratto da "La vita è sogno" Solitudine
Un piede dopo l’altro, e poi ancora il successivo…cammino senza meta, senza motivo e senza fretta, cammino in una città deserta, per viali vuoti, circondati da palazzoni tutti uguali. Dove vado? Non lo so. Sono in preda a un profondo senso di angoscia.
Poi sento l’impulso di alzarmi più in alto, per avere una visione più ampia e cercare di capire meglio la situazione. Sono sicuro di sapere come si fa, basta concentrarsi. Fisso la mia mente su questo pensiero e con naturalezza comincio pian piano a levitare, alzandomi dal suolo inizialmente di soli pochi centimetri, poi a poco a poco sempre di più.
Sono a livello dei primi piani degli edifici che mi circondano… dei secondi. Dopo tutto è facile, basta non distrarsi. Lentamente raggiungo la cima degli alberi del viale alberato che sto percorrendo e poi, sempre più su, oltre il livello del nono piano dei palazzi. Vedo i tetti degli edifici. Di qui non ho più dubbi: La desolazione di questo mondo e la mia solitudine sono assoluti e senza rimedio.
Non sto volando dolcemente, in modo piacevole e appagante come un uccello o un aliante, sto banalmente e tristemente semplicemente levitando. Infatti continuo a camminare in modo monotono, un passo dopo l’altro, muovendomi in avanti, in posizione eretta, ma contemporaneamente guadagnando quota.
Ma perché la città è vuota? Perché tutti mi hanno abbandonato? Per quale motivo sono solo? Qual'è la causa di questa desolazione? Chi sono e cosa posso fare ormai?
Assalito da un’improvviso senso di disperazione, perdo il controllo e precipito rovinosamente, schiantandomi al suolo.
Da un trafiletto di giornale sulla Stampa di Torino, il giorno successivo:
“Dramma della solitudine. Anziano pensionato, in preda da tempo alla depressione, si suicida gettandosi dal nono piano, dall’appartamento dove viveva solo.”
Poi sento l’impulso di alzarmi più in alto, per avere una visione più ampia e cercare di capire meglio la situazione. Sono sicuro di sapere come si fa, basta concentrarsi. Fisso la mia mente su questo pensiero e con naturalezza comincio pian piano a levitare, alzandomi dal suolo inizialmente di soli pochi centimetri, poi a poco a poco sempre di più.
Sono a livello dei primi piani degli edifici che mi circondano… dei secondi. Dopo tutto è facile, basta non distrarsi. Lentamente raggiungo la cima degli alberi del viale alberato che sto percorrendo e poi, sempre più su, oltre il livello del nono piano dei palazzi. Vedo i tetti degli edifici. Di qui non ho più dubbi: La desolazione di questo mondo e la mia solitudine sono assoluti e senza rimedio.
Non sto volando dolcemente, in modo piacevole e appagante come un uccello o un aliante, sto banalmente e tristemente semplicemente levitando. Infatti continuo a camminare in modo monotono, un passo dopo l’altro, muovendomi in avanti, in posizione eretta, ma contemporaneamente guadagnando quota.
Ma perché la città è vuota? Perché tutti mi hanno abbandonato? Per quale motivo sono solo? Qual'è la causa di questa desolazione? Chi sono e cosa posso fare ormai?
Assalito da un’improvviso senso di disperazione, perdo il controllo e precipito rovinosamente, schiantandomi al suolo.
Da un trafiletto di giornale sulla Stampa di Torino, il giorno successivo:
“Dramma della solitudine. Anziano pensionato, in preda da tempo alla depressione, si suicida gettandosi dal nono piano, dall’appartamento dove viveva solo.”
giovedì 5 marzo 2015
Secondo breve estratto da "La vita è sogno": Adelaide
Adelaide è instancabile.
Sta trottando senza pausa dal mattino presto nel suo
incessante lavoro.
Raccoglie provviste di cibo e le porta al deposito in
continuazione.
Stamattina si è svegliata presto, una delle prime tra le sue
colleghe lavoratrici, con le quali dorme, nel dormitorio comune.
Il fatto di vivere in una collettività, quasi senza privacy,
non le pesa. Anzi la esalta la coscienza di fare parte di un gruppo affiatato,
teso in modo unisono all'ottenimento del risultato da tutti desiderato.
Cammina senza cessa, seguendo il cammino delle colleghe, con
le quali non parla nemmeno. Basta un cenno d’intesa per capire come
suddividersi il lavoro.
Verso metà giornata si concede un po’ di pausa
sbocconcellando uno spuntino, di solito rigorosamente vegetariano, che
mangia con gusto, prima di riprendere il lavoro.
Drizza però prima le antenne, cercando di annusare la
situazione per raccogliere eventuali
nuove informazioni, utili a farle compiere al meglio il suo dovere.
Se non ci sono novità continua il compito della mattinata,
altrimenti, si dirige al nuovo incarico.
Giunta la serata, si concede un pasto un po’ più rilassato,
conversando finalmente con le amiche e ricapitolando i fatti della giornata,
con la mente già rivolta al giorno seguente, poi torna al dormitorio e si
addormenta.
Anche Adelaide, nel suo piccolo sogna:
…Ecco non è più una semplice lavoratrice, un’operaia
instancabile, ma una vergine alata, levandosi in volo con i maschi della sua
specie nel sacro volo nuziale, e una volta fecondata, depone le uova che
permetteranno la propagazione della sua specie di formiche…
martedì 3 marzo 2015
Commento su la vita è sogno
Un mio amico, molto amante dei libri, mi ha espresso un commento su "la vita e sogno", che mi ha lasciato emozionato. Ha detto che i miei racconti gli mettono i brividi e non lo lasciano dormire.
Per uno scrittore un tale giudizio dà entusiasmo, non ci sarebbe infatti nulla di peggio di un lettore che dichiarasse: " questo libro mi è del tutto indifferente e non provo a leggerlo alcuna emozione."
Per uno scrittore un tale giudizio dà entusiasmo, non ci sarebbe infatti nulla di peggio di un lettore che dichiarasse: " questo libro mi è del tutto indifferente e non provo a leggerlo alcuna emozione."
Breve estratto da "la vita è sogno"
Come promesso, ecco un estratto dal mio ultimo libro:
Qfrty è un giovane ragazzo, appassionato di astronomia.
A forza di insistere ha convinto i genitori a comprargli un telescopio.
Nelle serate sempre limpide, grazie all'atmosfera rarefatta che circonda la sua casa, contempla il cielo.
Gli piace soprattutto cercare e osservare con attenzione gli altri pianeti del suo sistema solare.
Ha osservato a lungo il piccolo pianeta più vicino al sole, poi la sua attenzione si è spostata su quello luminoso in seconda posizione.
Ma l'oggetto preferito della sua contemplazione è il terzo dal sole, che lo affascina in modo particolare.
Non perde occasione di rimirarlo, quando la posizione delle rispettive orbite glielo consente, e i due piccoli satelliti del suo mondo non ne disturbano l'osservazione diretta.
"Qfrty!" La voce della mamma risuona nella sua mente, richiamandolo a tavola per cena. Come ha appreso a scuola ormai sul suo pianeta, quarto dal sole, dove l'atmosfera è sempre più rarefatta, i suoni si propagano male e la comunicazione sonora è stata praticamente completamente soppiantata da quella telepatica.
"Vengo" risponde mentalmente, e scende in casa, nella cavità sotterranea e protetta che la ospita.
Mangia con gusto la minestra al silicio e i croccantini di larve di insetti, preparati con cura dalla mamma e poi, stropicciandosi i tre occhi già semichiusi per il sonno, si dirige verso il letto, immergendosi con voluttà nella corrispondente fossa verticale, che gli permette di addormentarsi nella comoda posizione eretta.
Qfrty sogna...
è salito su una astronave a forma di disco, monoposto. Aziona soavemente i comandi, usando le quattro braccia anteriori e decolla verso la meta agognata: il terzo dal sole...
Nel sogno è già in fase di avvicinamento allo splendido pianeta, molto più grande del suo. Che colori incredibili! Quante sfumature di azzurro, verde, bianco, marrone! Nulla di paragonabile al rosso uniforme e desolato di casa sua.
Compie varie orbite attorno a questo fantastico globo, avvicinandosi progressivamente, fino a raggiungere un' altezza ridotta dal suolo, che gli consente di osservare bene ogni dettaglio.
Capisce che l'azzurro che ricopre gran parte della superficie sono vaste distese d'acqua. Il bianco sono nuvole o le parti più alte di numerose montagne ricoperte di una bianca sostanza.
La cosa che più lo affascina, avvicinandosi ulteriormente, sono i numerosi edifici, che capisce essere le abitazioni degli strani abitanti di questo mondo. Si estendono stranamente verso l'alto, al di fuori del suolo, non come da lui, dove sono tutte sotterranee...
Infine decide di atterrare, scegliendo un tratto di superficie pianeggiante verde, in un posto che sembra lontano da abitazioni: Non vuole attirare subito l'attenzione degli strani bipedi, che sembrano essere gli abitanti di queste curiose abitazioni.
Esegue perfettamente la manovra, fino a fermare il disco. Indossa uno scafandro protettivo per ripararsi dalla spessa atmosfera del pianeta e scende, muovendosi con difficoltà per la notevole forza di gravità, ben superiore a quella cui è abituato...
Ma ecco, all'improvviso si accorge di non essere solo, dopotutto! Un bipede lo sta osservando, con quella che è probabilmente la bocca, spalancata. Ha un corpo esile e sta in posizione eretta sugli arti posteriori, agitando i due superiori in segno forse di saluto.
È circondato da alcuni quadrupedi bianchi che sembrano mangiare qualcosa dalla superficie verde che ricopre il terreno, controllati da un altro quadrupede più piccolo che emette strani suoni, come di richiamo.
Il bipede sembra sorpreso ma non spaventato. Qfrty prova a entrare in contatto mentale con lui. Dalla breve esplorazione telepatica individua subito qual'è la mente ,più complessa, del bipede, ben diversa da quelle più semplice dei quadrupedi.
Con delicatezza prova a sondare l'essere eretto e scopre, quasi a sorpresa, che nonostante la diversità dalla sua mentalità riesce in qualche modo a comunicare.
Prova subito simpatia per quell'abitante dello strano mondo e avverte che la simpatia è ricambiata.
Percepisce che deve avere l'equivalente della sua età: è un ragazzo.
Cerca di fargli capire mentalmente e a gesti da dove arriva e chi è. Poi lo saluta facendogli capire che deve andare, gli promette di tornare a trovarlo, risale sul disco e riparte...
Qfrty si sveglia emozionato, stanco ma felice.
…………………………………….
DA ALCUNI GIORNALI DEL PIANETA TERZO DAL SOLE IL GIORNO DOPO:
…Molteplici avvistamenti di un ipotetico disco volante che avrebbe ripetutamente sorvolato ieri i nostri cieli....
...un pastorello sardo avrebbe visto un marziano scendere da un disco atterrato sul suo prato, comunicando mentalmente e amichevolmente con lui....ecco la fantastica storia del ragazzo, evidentemente dotato di molta fantasia e senso di suggestione...
Qfrty è un giovane ragazzo, appassionato di astronomia.
A forza di insistere ha convinto i genitori a comprargli un telescopio.
Nelle serate sempre limpide, grazie all'atmosfera rarefatta che circonda la sua casa, contempla il cielo.
Gli piace soprattutto cercare e osservare con attenzione gli altri pianeti del suo sistema solare.
Ha osservato a lungo il piccolo pianeta più vicino al sole, poi la sua attenzione si è spostata su quello luminoso in seconda posizione.
Ma l'oggetto preferito della sua contemplazione è il terzo dal sole, che lo affascina in modo particolare.
Non perde occasione di rimirarlo, quando la posizione delle rispettive orbite glielo consente, e i due piccoli satelliti del suo mondo non ne disturbano l'osservazione diretta.
"Qfrty!" La voce della mamma risuona nella sua mente, richiamandolo a tavola per cena. Come ha appreso a scuola ormai sul suo pianeta, quarto dal sole, dove l'atmosfera è sempre più rarefatta, i suoni si propagano male e la comunicazione sonora è stata praticamente completamente soppiantata da quella telepatica.
"Vengo" risponde mentalmente, e scende in casa, nella cavità sotterranea e protetta che la ospita.
Mangia con gusto la minestra al silicio e i croccantini di larve di insetti, preparati con cura dalla mamma e poi, stropicciandosi i tre occhi già semichiusi per il sonno, si dirige verso il letto, immergendosi con voluttà nella corrispondente fossa verticale, che gli permette di addormentarsi nella comoda posizione eretta.
Qfrty sogna...
è salito su una astronave a forma di disco, monoposto. Aziona soavemente i comandi, usando le quattro braccia anteriori e decolla verso la meta agognata: il terzo dal sole...
Nel sogno è già in fase di avvicinamento allo splendido pianeta, molto più grande del suo. Che colori incredibili! Quante sfumature di azzurro, verde, bianco, marrone! Nulla di paragonabile al rosso uniforme e desolato di casa sua.
Compie varie orbite attorno a questo fantastico globo, avvicinandosi progressivamente, fino a raggiungere un' altezza ridotta dal suolo, che gli consente di osservare bene ogni dettaglio.
Capisce che l'azzurro che ricopre gran parte della superficie sono vaste distese d'acqua. Il bianco sono nuvole o le parti più alte di numerose montagne ricoperte di una bianca sostanza.
La cosa che più lo affascina, avvicinandosi ulteriormente, sono i numerosi edifici, che capisce essere le abitazioni degli strani abitanti di questo mondo. Si estendono stranamente verso l'alto, al di fuori del suolo, non come da lui, dove sono tutte sotterranee...
Infine decide di atterrare, scegliendo un tratto di superficie pianeggiante verde, in un posto che sembra lontano da abitazioni: Non vuole attirare subito l'attenzione degli strani bipedi, che sembrano essere gli abitanti di queste curiose abitazioni.
Esegue perfettamente la manovra, fino a fermare il disco. Indossa uno scafandro protettivo per ripararsi dalla spessa atmosfera del pianeta e scende, muovendosi con difficoltà per la notevole forza di gravità, ben superiore a quella cui è abituato...
Ma ecco, all'improvviso si accorge di non essere solo, dopotutto! Un bipede lo sta osservando, con quella che è probabilmente la bocca, spalancata. Ha un corpo esile e sta in posizione eretta sugli arti posteriori, agitando i due superiori in segno forse di saluto.
È circondato da alcuni quadrupedi bianchi che sembrano mangiare qualcosa dalla superficie verde che ricopre il terreno, controllati da un altro quadrupede più piccolo che emette strani suoni, come di richiamo.
Il bipede sembra sorpreso ma non spaventato. Qfrty prova a entrare in contatto mentale con lui. Dalla breve esplorazione telepatica individua subito qual'è la mente ,più complessa, del bipede, ben diversa da quelle più semplice dei quadrupedi.
Con delicatezza prova a sondare l'essere eretto e scopre, quasi a sorpresa, che nonostante la diversità dalla sua mentalità riesce in qualche modo a comunicare.
Prova subito simpatia per quell'abitante dello strano mondo e avverte che la simpatia è ricambiata.
Percepisce che deve avere l'equivalente della sua età: è un ragazzo.
Cerca di fargli capire mentalmente e a gesti da dove arriva e chi è. Poi lo saluta facendogli capire che deve andare, gli promette di tornare a trovarlo, risale sul disco e riparte...
Qfrty si sveglia emozionato, stanco ma felice.
…………………………………….
DA ALCUNI GIORNALI DEL PIANETA TERZO DAL SOLE IL GIORNO DOPO:
…Molteplici avvistamenti di un ipotetico disco volante che avrebbe ripetutamente sorvolato ieri i nostri cieli....
...un pastorello sardo avrebbe visto un marziano scendere da un disco atterrato sul suo prato, comunicando mentalmente e amichevolmente con lui....ecco la fantastica storia del ragazzo, evidentemente dotato di molta fantasia e senso di suggestione...
Libri da me scritti ad oggi
Ricapitolando, in ordine cronologico ho scritto:
"Cara porto fuori il cane" Giallo a carattere autobiografico, che a oggi è quello che ha riscosso maggior successo di vendite.
"Honey, I'm taking out the dog for a stroll", autotraduzione in inglese del libro precedente.
"Il carteggio", fantasioso scambio di corrispondenza con Paolo Brunati, coautore di questa prima parte del libro.
Allegato al carteggio: " Pennellate da Piazza d'Armi", miei brevi racconti fantasiosi ambientati in Piazza d'Armi a Torino.
"La vita è sogno", brevi racconti fantastici e surreali basati su sogni di personaggi che si mescolano stranamente con la realtà.
Prossimamente riporterò su questo blog alcuni brevi estratti di questi libri, cominciando dagli ultimi scritti.
Pier Giorgio
"Cara porto fuori il cane" Giallo a carattere autobiografico, che a oggi è quello che ha riscosso maggior successo di vendite.
"Honey, I'm taking out the dog for a stroll", autotraduzione in inglese del libro precedente.
"Il carteggio", fantasioso scambio di corrispondenza con Paolo Brunati, coautore di questa prima parte del libro.
Allegato al carteggio: " Pennellate da Piazza d'Armi", miei brevi racconti fantasiosi ambientati in Piazza d'Armi a Torino.
"La vita è sogno", brevi racconti fantastici e surreali basati su sogni di personaggi che si mescolano stranamente con la realtà.
Prossimamente riporterò su questo blog alcuni brevi estratti di questi libri, cominciando dagli ultimi scritti.
Pier Giorgio
Miei libri e racconti
Come qualcuno di voi saprà, ho incominciato a scrivere, per hobby, l'anno scorso, il 2014.
Ora ho scritto e autopubblicato già alcuni libri e ho quindi pensato di aprire questo blog per parlarne, pubblicarne qualche estratto e soprattutto ricevere commenti e suggerimenti da voi.
Un saluto a tutti e a presto.
Pier Giorgio
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