S. è stanca, stufa, non
ce la fa proprio più.
Il suo volto, solcato da
innumerevoli rughe e butterata dai crateri che le ha lasciato il vaiolo
sofferto tanti anni prima, è profondamente e ineluttabilmente imbronciato.
Basta, non ne può
veramente più di dover mostrare sempre la stessa faccia a tutti.
Una faccia che ormai le
sembra insipida , pur sorridente, irrisa o acclamata da tanti, poeti e non.
E pensare che avrebbe uno
splendido lato B da mostrare!
Sorride un attimo,
pensando a cosa non potrebbero scrivere, in versi poetici o in volgarità
assolute, sul suo magnifico e sconosciuto lato B.
All’improvviso Selene, in un impossibile sogno,
sforzando la sua natura e le leggi universali, si decide e si rigira su se
stessa mostrando il suo didietro alla terra, in gesto di scherno e di sfida, al
tempo stesso.
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